Wall Street: sempre meno azioni in favore di prodotti alternativi
Di Daniele GrattieriSarà per le brucianti perdite dell’ultimo decennio, sarà per l’aumentata paura di rischiare, sarà per la voglia di nuovo, sta di fatto che chi guarda alla Borsa, sia per aumentare le possibilità di guadagno sia per salvaguardare il portafoglio, ultimamente orienta le proprie scelte guardando sempre meno alle classiche contrattazioni sui titoli.
E’ quanto emerge dall’analisi alla clientela del Credit Suisse in America: gli scambi giornalieri nel mese di marzo non sono mai stati così bassi (6,59 milioni di azioni) dal dicembre del 2007. Anche se ad aprile la situazione si sta leggermente equilibrando, grazie a coloro che hanno guadagnato e che ora vogliono abbassare il livello di rischio della propria esposizione, il mese scorso è stato caratterizzato, nonostante la Borsa fosse in fase di crescita, da un forte calo delle compravendite di azioni.
I future e le opzioni fanno la loro parte perché offrono un doppio vantaggio: la protezione e l’effetto della leva.
La disaffezione degli investitori nei confronti del mercato azionario trova conferma anche nei calo registrato nel settore dei fondi comuni di investimento. Nonostante le ottime performance di Dow Jones e Nasdaq nel primo trimestre dell’anno, i riscatti dai fondi azionari americani hanno superato le nuove sottoscrizioni nei primi mesi di quest’anno. Per contro, i fondi obbligazionari hanno registrato maggiori flussi in ingresso rispetto ai riscatti.
In Italia, la situazione è simile. Secondo dati Assogestioni, a gennaio e febbraio i fondi azionari hanno registrato una raccolta negativa per 1321 milioni di euro tra gli azionari e per 1160 milioni tra i flessibili. I fondi obbligazionari invece sono in positivo per 732 milioni.
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