Vivere a debito: l’importanza della soglia del 30%
Di MichelleIn linea di principio bisognerebbe non indebitarsi mai nella vita. Eppure mutui, prestiti e finanziamenti sono spesso un male inevitabile per riuscire a portare a termine un acquisto importante. Per vivere l’esperienza dell’impegno economico a lungo termine senza eccessive preoccupazioni occorre essere molto consapevoli di alcuni aspetti, con un accurato livello di educazione finanziaria che porti a scegliere operatori corretti e a usufruire di un sistema di tutele.
Si parla infatti di “indebitamento consapevole”, un atteggiamento che implica varie prese di coscienza. Ad esempio, occorre non procedere soltanto in base all’urgenza, ma anche alle priorità: riuscire a ristrutturare una casa potrebbe avere una priorità più bassa rispetto al finanziamento degli studi dei figli. La ristrutturazione potrebbe aspettare, ma la formazione scolastica è un treno da non perdere.
Bisogna poi assolutamente valutare bene la sostenibilità del debito sotto due aspetti:
* calcolo del peso di tutti i debiti sommati (quelli esistenti e quelli in agenda per il futuro) rispetto al patrimonio (mobiliare e immobiliare). In teoria sarebbe possibile sostenere un rapporto paritario tra debiti e patrimonio del 100%, ma in pratica è meglio non superare il 70-75%: infatti, nel malaugurato caso di una situazione di emergenza in cui bisognerà vendere tutto per estinguere i debiti, potrebbe essere necessario vendere “a prezzi scontati” e non pieni. In ogni caso, più basso è il rapporto matematico tra debiti-patrimonio personale, meglio è.
* calcolo del rapporto tra la somma delle rate di restituzione e reddito mensile. Anche se le banche accettano che la parte del reddito utilizzabile per pagare il debito arrivi al 40% del reddito netto del lavoratore, secondo gli esperti è meglio non superare il 30%. Tagli del reddito percepito superiori a questa cifra non sono facili da gestire (specie in caso di imprevisti) e ovviamente aumentano il rischio di insolvenza del tempo.
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