Trading, torna la possibilità di vendere allo scoperto: come funziona questa opzione?

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In questi mesi, una determinata operatività sui mercati è stata bloccata dagli organi di vigilanza: vendere allo scoperto. Una tipologia assai speculativa, che richiede l’assunzione di un rischio certamente non basso da parte del risparmiatore. Nel mondo del trading online, come ben spiegato in alcune sezioni di gazzetta del trading, questa operatività può essere approcciata con i CFD (contract for difference).

La vendita allo scoperto, in buona sostanza, consiste nella possibilità di ottenere dei guadagni in caso di ribasso del titolo, un concetto che per molti risparmiatori pare quasi impossibile da comprendere. Ma il meccanismo, tuttavia, è più semplice di quanto si possa immaginare.

Vendere allo scoperto: definizione ed esempio concreto

Innanzitutto, bisogna partire dalla definizione tecnica di vendita alla scoperta, ossia: vendere un titolo che non si possiede realmente, nella speranza che il prezzo scenda in modo da riacquistarlo ad un valore più basso ed ottenere un profitto. L’eventuale guadagno sarà determinato dalla differenza tra il prezzo al quale viene venduto il titolo e quello più basso pagato per riacquistarlo.

L’asset dove viene maggiormente utilizzata questa pratica, è sicuramente quello azionario. Non è casuale che il divieto di effettuare vendite allo scoperto sia partito proprio da questi listini, dopo i pesanti cali avvenuti nei primi giorni post emergenza sanitaria che sono risultati deflagranti per la maggior parte dei listini, Piazza Affari di Milano in primis.

All’atto concreto, la vendita allo scoperto funziona in questo modo: un trader prende in prestito 1000 azioni da un broker; scommette su un movimento ribassista del titolo; acquista poi le 1000 azioni quando queste raggiungono un prezzo inferiore; ripaga il broker per il prestito avuto. È facile comprendere, di conseguenza, che sia una modalità d’approccio ai mercati particolarmente rischiosa: se il titolo dovesse prendere una china rialzista, le perdite non sarebbero indifferenti.

Questa modalità è particolarmente utile, di conseguenza, nelle fasi ribassiste dei mercati. Ed è proprio per questo motivo che viene molto criticata da alcuni addetti ai lavori, in quanto rischia di amplificare un movimento ribassista dei listini. La Borsa, però, da sempre riserva discese e salite dei prezzi: le vendite allo scoperto, pur essendo estremamente speculative, rappresentano solo una faccia del variegato mondo finanziario.

Vendere allo scoperto non è consigliabile a tutti i trader

Va da sé che questa operatività di fare trading online sia prevalentemente di breve periodo. Ma non è detto che la vendita allo scoperto possa essere utilizzata solo in tal senso. Alcuni trader, infatti, decidono di aprire delle posizioni corte per difendere quelle lunghe presenti nel proprio portafoglio dall’andamento avverso dei mercati finanziari. In questo caso, però, più che al profitto si tende ad arginare eventuali perdite delle fasi ribassiste.

Da metà maggio, anche i listini azionari hanno riaperto le porte alle vendite allo scoperto. E qualche cronista finanziario ha definito questo evento come la “fine del lockdown dei listini azionari”, definizione forse un po’ forte ma abbastanza attinente alla realtà. E i trader non si sono fatti attendere: le posizioni short aperte non sono state poche, complice anche un quadro economico che potrebbe deteriorarsi ulteriormente nei prossimi mesi.

Questo modus operandi, di conseguenza, può essere utilizzato solo da trader che dispongono di una discreta cultura finanziaria e possono dedicare una parte non limitata del proprio tempo al trading online, oltre ad aver maturato una buona esperienza nello stesso: i CFD, di conseguenza, devono essere solo uno strumento molto limitato all’interno di un portafoglio ben diversificato e strutturato.

Qualora si volesse provare questo strumento finanziario, è assolutamente consigliato l’utilizzo delle “demo” presenti nei portali finanziari più seri e qualificati, in modo da poter capire compiutamente il meccanismo dei CFD e valutare se siano realmente affini alla propria indole di investitore in ambito finanziario.


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