Tasse e commissioni erodono troppo gli investimenti, specie nei piccoli portafogli

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Non che conservare i soldi sotto il materasso sia una buona alternativa, ma in questo periodo gran parte della resa degli investimenti sparisce in imposte e commissioni bancarie: per chi ha impiegato piccole somme può essere eroso anche il 70% del guadagno nominale.

Ad esempio, con un investimento di 10.000 euro in titoli di Stato italiani a un anno, si perde il 60-70% degli interessi (equivalenti al 2-3% lordo). Con un investimento in titoli azionari per 25.000 euro, se il rendimento dovrebbe essere pari al 4,5% sommando capital gain e dividendi, tra imposte e commissioni se ne perde il 67%. Nell’ordine, gli investimenti più tartassati sono Btp (42,11%), azioni (41,24%) e Bot (25,30%).

I piccoli risparmiatori posso scegliere accuratamente la banca che esige le commissioni più basse per deposito e compravendita, ma le aliquote fiscali (pari al 12,5% su Bot e Btp e al 20% sui titoli azionari) restano uguali per tutti gli investitori, a prescindere dal capitale. La mini-patrimoniale sulla dell’1,5 per mille risulta però molto pesante per i portafogli mignon perché prevede un’imposta di bollo minima di 34,2 euro – che per cifre esigue incide pesantemente. Se la Tobin tax sarà in futuro estesa a tutti gli investimenti – e non soltanto alle azioni come stanno le cose al momento – le prospettive non possono che peggiorare.

Per quanto riguarda le banche, sono fisse e mediamente altissime le spese di apertura e tenuta di un deposito in azioni, perciò non convengono a chi ha un portafoglio molto ridotto. Alte anche le commissioni per comprare e vendere titoli: in media in Italia lo 0,63% per la compravendita di Btp e lo 0,71% per la compravendita di azioni.

Sarebbe necessario introdurre una proporzionalità tra commissioni e fisco, oppure introdurre una zona “a zero spese” per i portafogli molto contenuti (ad esempio fino a 20.000 euro. Al momento, per il risparmiatore con un portafoglio molto modesto il carico è davvero eccessivo e rischia di portarlo in rosso, ovvero di intaccare il capitale per mancata copertura delle spese con gli interessi. L’unica soluzione che rimane per limitare almeno in parte le spese è preferire il fai-da-te con l’home banking degli istituti di credito, con il quale le commessioni si riducono di molto, fino a meno della metà. Per esempio, con Intesa Sanpaolo, le transazioni azionarie via Internet costano lo 0,24% invece dello 0,6% richiesto allo sportello.


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