Come sta andando la Abenomics?

La Abenomics, ovvero il modello economico espansivo messo in atto nell’ultimo anno dal premier giapponese Shinzo Abe per fare uscire il Giappone da un ventennio di declino, deflazione e stagnazione sta dando i suoi frutti. Il mercato azionario giapponese è salito del 18% dall’inizio di quest’anno, mentre i migliori fondi comuni del sol levante hanno reso anche il 40%. Il massimo storico è già stato toccato e ora il tasso di crescita è diminuito, ma indubbiamente il programma di riforme del primo ministro Abe continua a godere di forte consenso nel mondo. Il fatturato delle aziende giapponesi (piccole, medie e grandi) è cresciuto in media dell’8% in 12 mesi e i margini operativi del 35%. Anche perché la Banca del Giappone ha fornito gli stimoli necessari per favorire l’economia: un’enorme iniezione di liquidità che ha fatto salire l’inflazione e scendere il valore dello yen – la cui forza in passato penalizzava le esportazioni. La Abenomics è l’esatto contrario della politica economica propugnata dalla Germania, essendo fondata sullo stimolo monetario, un piano per la spesa pubblica e riforme strutturali che vanno verso la liberalizzazione.

Che cosa pensare di tutto ciò? La crescita stabile del Giappone costituisce un contributo fondamentale anche per l’economia del resto del globo. L’Italia ha poi buone prospettive di approfittare del boom, perché nei settori di moda, lusso e turismo i legami tra i due Paesi sono sempre stati molto forti. Un altro beneficio che potrebbe derivarne l’Italia è una lezione su come la situazione di crisi possa spingere a raccogliere le forze per reagire.

Per chi volesse approfittare del boom dell’indice Nikkei per investire in fondi collegati al Giappone, i settori più favoriti sono quelli che possono contare sulla forza dell’export (industrie meccaniche, farmaceutiche, informatiche, strumenti di precisione) e quelli che stanno beneficiando della ripresa della fiducia e della crescita dei consumi (banche, servizi, commercio).