Si può vincere sempre a blackjack?
Di LucaTra i vari giochi tipici del casinò vi sono certamente dei grandi classici come la roulette, il poker in tutte le sue varie declinazioni, le slot machine, ma soprattutto il blackjack che attira sempre tanti giocatori al suo tavolo. Conosciuto anche semplicemente come ventuno, l’obiettivo difatti è quello di accumulare 21 punti in mano senza “sbancare” e prima degli avversari, pare che abbia origini nella Francia del XVII secolo.
Il gioco si è poi evoluto e modificato nel corso del tempo fino a sbarcare, nel 1931, negli Stati Uniti d’America. E più precisamente in un casinò del Nevada, ovvero lo Stato dove sorge la tanto decantata Las Vegas, dove era appena stato liberalizzato il gioco d’azzardo. Fu proprio lì che il blackjack si arricchì di una variante, ovvero, chiunque arrivasse a 21 con un Jack di picche oppure un asso vinceva il decuplo della posta in palio! Mica male come vincita, vero? Poi, anche se tale variante è caduta in disuso, il nome del gioco è rimasto quello in onore del “fante nero” fautore di tale fortuna.
Ma esiste un metodo per vincere sempre, o quasi, giocando a blackjack? È una domanda che in molti si pongono, compresi non pochi film, ma pare che la risposta l’abbia data il matematico statunitense Edward Oakley Thorp all’interno del suo best seller intitolato “Beat the Dealer” del 1962.
Nato a Chicago il 14 agosto 1932, il futuro matematico dimostra già una certa predisposizione verso il mondo dei numeri dato che, fin da piccolo, era in grado di fare dei complicati calcoli a mente riuscendo persino a risolvere radici quadrate e cubiche!
Egli non si interessò mai veramente al gioco d’azzardo fino a quando, il suo insegnante di inglese, gli disse che era impossibile battere il banco al casinò. Molto probabilmente era tornato decisamente “scottato” e al verde dal suo viaggetto a Las Vegas.
Thorp cominciò a rimuginare a lungo su questa affermazione e sostenne che, usando la matematica, fosse invece possibile. Ad aiutarlo ci pensò il collega, nel frattempo era diventato un docente universitario, Jack Chesson con il quale ideò un piccolo congegno per battere la roulette. Nonostante il prototipo ingegnoso, pensate che era grande come un pacchetto di sigarette e veniva messo nel tacco di una scarpa, questo venne abbandonato in breve tempo.
Il matematico non si perse d’animo e, anzi, si accorse di come i giocatori di blackjack non conoscano davvero a fondo la matematica che sta dietro al loro gioco d’azzardo preferito. Thorp ideò quindi un metodo basato sulla matematica, e sulla statistica, per riuscire a vincere al tavolo.
Che dite, per voi funziona anche quando si tratta di fare una partita in rete al blackjack live offerto da molti casinò online? Qualunque sia la risposta vi invitiamo sempre e comunque a giocare con onestà, ma soprattutto a scommettere con parsimonia e morigeratezza.
Il gioco è tale solo se ci si diverte, ma se finisce per diventare una fonte di problemi oppure una dipendenza è opportuno intervenire subito con i numeri verdi ed i servizi appositi.
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