Satispay a rischio chiusura?
Di LucaSecondo un recente articolo pubblicato su La Repubblica il 16 ottobre 2024, Satispay, una delle fintech italiane più promettenti, si trova in una situazione delicata. L’azienda, pur avendo raggiunto lo status di “unicorno” con una valutazione superiore al miliardo di euro, continua a registrare significative perdite annuali. Nel 2023, le entrate si sono fermate a 22 milioni di euro, mentre le perdite hanno toccato i 46,3 milioni, nonostante Satispay abbia registrato 4,2 milioni di utenti e 300.000 esercenti. I revisori dei conti hanno sottolineato l’incertezza sulla continuità aziendale della startup, lanciando un chiaro avvertimento sulla sostenibilità del suo modello di business in un contesto economico sempre più complesso.
Cos’è Satispay?
Satispay è una piattaforma di pagamento digitale che permette agli utenti di effettuare transazioni tramite smartphone in modo semplice e sicuro. Il servizio, nato in Italia, consente di pagare in negozi fisici e online, inviare denaro ad amici o familiari, effettuare ricariche telefoniche e pagare bollette o tasse; inoltre ha recentemente aggiunto i buoni pasto.
Satispay si distingue dalle tradizionali carte di credito o debito poiché è collegato direttamente al conto bancario dell’utente e non richiede circuiti di pagamento esterni come Visa o Mastercard. Gli utenti stabiliscono un budget settimanale e possono gestire i pagamenti in modo controllato e immediato. Per gli esercenti, normalmente le commissioni sono più basse di quelle pagate ai circuiti Visa, Mastercard o Bancomat. Per gli utenti il servizio è gratuito.
Crescita senza redditività
Satispay è stata fondata nel 2013 da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta e, in dieci anni, è riuscita ad attrarre numerosi investitori internazionali di rilievo, come Proximity Capital, il fondo Addition Three Ventures di Lee Jared Fixel e il colosso tecnologico cinese Tencent. Nonostante questa solida base di investitori, la società non è ancora riuscita a dimostrare la redditività del proprio modello di business. Anche con l’aumento del numero di utenti e degli esercizi commerciali affiliati, i ricavi non hanno tenuto il passo con i costi, accumulando perdite per decine di milioni di euro ogni anno.
Il cambiamento del contesto economico
Un altro fattore critico è il cambiamento del clima economico globale. Il successo di Satispay nel raccogliere capitali negli anni passati è stato favorito da un contesto di abbondante liquidità, con bassi tassi di interesse. Tuttavia, dal 2022, la Banca Centrale Europea ha avviato una politica di rialzo dei tassi per combattere l’inflazione, rendendo più difficile l’accesso a nuovi finanziamenti. Questo contesto potrebbe complicare ulteriormente la raccolta di capitali freschi, essenziali per sostenere la crescita di una società che, finora, ha avuto bisogno di continui aumenti di capitale per mantenere le operazioni.
I revisori e il richiamo sulla continuità aziendale
I revisori dei conti hanno espresso preoccupazioni, segnalando nella loro relazione al bilancio 2023 un “richiamo di informativa” sul tema della continuità aziendale. Questo tipo di segnalazione, sebbene non indichi un immediato rischio di chiusura, evidenzia che, senza un miglioramento delle performance finanziarie o nuovi finanziamenti, la sostenibilità di Satispay potrebbe essere messa in discussione nel medio-lungo termine.
Satispay si trova ad affrontare una sfida complessa: crescere in un mercato fintech altamente competitivo e, allo stesso tempo, dimostrare la sostenibilità del suo modello di business. Se l’azienda non riuscirà a invertire il trend di bilancio e a ottenere nuovi fondi in un contesto economico sempre più difficile, il futuro dell’unicorno italiano potrebbe essere a rischio.
Essendo una delle realtà più importanti nel panorama delle startup italiane, la vicenda di Satispay sarà da seguire attentamente nei prossimi mesi, per comprendere se l’azienda riuscirà a mantenere il suo status o se si troverà costretta a ristrutturare il proprio business.
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