Reddito integrativo da investimenti in immobili: sì, ma con scelte oculate
Di NicolettaLa generazione che oggi è in piena attività lavorativa – tra i 30 e i 50 anni – purtroppo un domani non potrà contare su una pensione solida come quella dei genitori. Se riuscirà a percepire nel vitalizio mensile la metà dell’ultimo stipendio, sarà già fortunata. Oltre alle varie formule di previdenza integrativa, una scelta praticabile è quella di investire su un immobile da acquistare e affittare. Al momento, la tassazione sugli immobili, a meno che non cambi qualcosa con il nuovo Governo, è estremamente alta e funge da deterrente. D’altro canto, però, si sta registrando una notevole, continua e inesorabile discesa delle quotazioni, che sicuramente proseguirà anche nel 2014 – come ha rilevato Nomisma in questi giorni con cifre che parlano molto chiaro.
Questo è perciò il momento adatto per trovare immobili di valore a quotazioni scontate. Che cosa si intende però per “immobili di valore”? In pratica, sono quelli che non rischiano di essere svalutati e deprezzati nel tempo, oppure di restare sfitti per la maggior parte del tempo. Occorre optare per immobili di alta qualità, con parti comuni in buono stato, con alta classe energetica, termoautonomi, ai piani superiori al terzo ma serviti da ascensori, con spazi esterni. I monolocali e i bilocali ben costruiti e in buone condizioni, posizionati in zone centrali e ben servite dai mezzi pubblici offrono maggiori opportunità di reddito. Nelle zone di mare sono da preferire le case con terrazza e vista mare; in montagna le case esposte a sud e vicine alle piste da sci. Un’altra scelta vincente sono le case da affittare a studenti o come foresteria per le aziende. In tutti questi casi il reddito derivante dalla locazione può arrivare al 3-4% lordo l’anno (rispetto all’investimento). Comprare e affittare un ufficio ubicato nella zona giusta può rendere fino al 6% lordo, un negozio può rendere anche il 7% (ma qui è obbligo aggiungere… crisi economica permettendo). Da non sottovalutare le opportunità offerte dalle aste giudiziarie: oggi come oggi sono molto trasparenti, anche se in questi casi il consiglio è di evitare il fai-da-te.
La scelta di investire sul mattone per la pensione deve essere programmata bene, anche con l’aiuto di un mutuo che sarà “pagato” dal locatore nel corso degli anni senza andare a pesare sul reddito. A un certo punto, dopo 15, 20 o 25 anni, l’investitore avrà terminato di pagare e inizierà a ricavare dall’affitto un reddito integrativo – magari proprio quando sarà giunta l’età della pensione o sperabilmente già qualche anno prima.
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