Recupero crediti all’estero: come velocizzarne l’ottenimento
Di AnnamariaCon la crescente internazionalizzazione delle imprese, è sempre più frequente la conduzione di operazioni commerciali all’estero, che ovviamente contengono sempre il rischio della difficoltà di recupero dei crediti (piccoli o grandi che siano). Rispetto al recupero crediti in Italia, l’operazione è resa più difficile dalla presenza di differenti normative internazionali riguardo all’insolvibilità.
Il fai-da-te non è consigliabile in un settore complesso e nel quale le strategie utilizzabili sono numerose. Conviene sempre rivolgersi a società specializzate nel recupero crediti: la loro esperienza consentire di velocizzare i tempi di esazione del debito.
Gli specialisti conoscono infatti i dettagli delle direttive disposte dalla Comunità Europea in materia di rientro in possesso dei propri capitali.
Quando dall’azienda straniera non è stato corrisposto alcun tipo di pagamento in cambio della fornitura di beni o servizi, il primo passo consiste nel valutare con attenzione il grado di solvibilità del debitore estero. Se esso è positivo, è possibile tentare la strada della risoluzione per via stragiudiziale, che riduce lo spreco di risorse nel contenzioso fra le due parti.
Viene perciò inviata all’azienda debitrice una formale messa in mora formulata nella lingua del paese straniero. Quando scadono i termini di quest’ultima si procede nell’iter di recupero del credito con un contatto telefonico che possa rendere ragione del ritardato pagamento.
Se questa via non è praticabile perché il debitore ha accumulato altre inadempienze, occorre passare a un’azione legale vera e propria. In questa fase è di grande importanza fornire alla società di recupero crediti a cui ci si è rivolti tutte le informazioni utili, inclusi i documenti in mano al creditore, in modo da avere tutti gli strumenti per combattere la posizione fallace dell’insolvente.
Si noti che non tutte le tipologie di credito riescono a ottenere eccellenti percentuali di rientro in via giudiziale. Perciò la consulenza di esperti del settore conviene anche perché è in grado di indicare se convenga o meno avviare un’azione nei confronti del debitore estero.
Buone notizie vengono però dalla UE: sono state varate di recente significative misure cautelative in favore dei creditori: grazie al Regolamento UE 655/2014, a partire dal 18 gennaio 2017 il creditore può richiedere il sequestro conservativo dei beni presenti su conti correnti bancari del debitore in qualunque Stato membro dell’Unione Europea.
Commenta o partecipa alla discussione