Tipologie di commissioni da pagare per gli investimenti finanziari

Anche un bambino capirebbe che più sono alte le commissioni da pagare agli intermediari per un investimento, minori sono i rendimenti. Tuttavia, troppi piccoli o medi risparmiatori fanno l’errore di badare soltanto alle cifre lorde riguardanti i tassi di interesse, mentre invece è di essenziale importanza essere bene informati su quali sono le commissioni che si pagano per un investimento in un fondo comune o in prodotti similari, in maniera da evitare che erodano gran parte degli interessi maturati. Di alcune di queste abbiamo già parlato in altre occasioni e rimandiamo alla trattazione con un link; delle restanti parleremo qui, in rigido ordine alfabetico.

* commissioni di gestione
* commissioni di incentivo: sono le più controverse e ne abbiamo parlato di recente
* commissioni di ingresso (anche dette commissioni di entrata)
* commissioni di intermediazione (sono anche note come costi di negoziazione. Sono le spese applicate dall’intermediario (che può essere una banca o una SIM) per compare o vendere uno strumento finanziario (azioni, obbligazioni, ETF ecc.).
* commissioni di performance
* commissioni di sottoscrizione: altro modo per definire le commissioni d’ingresso
* commissioni di switch: sono quelle che devono essere pagate quando si decide di passare da un tipo di OICR a un altro, ma restando all’interno della medesima società di gestione. Negli investimenti in ETF non sono previste.
* commissioni di uscita: con questa espressione si intendono i costi applicati sulla vendita di quote o titoli azionari di un OICR. Quando le commissioni di uscita non sono previste si parla di OICR no load. Anche in questo caso, gli investimenti in ETF costituiscono un vantaggio perché non prevedono commissioni di uscita.