Quali sono le principali forme di protezione del capitale
Di NicolettaIl desiderio di proteggere il proprio patrimonio durante le crisi finanziarie è più che legittimo. Nascono proprio con questo obiettivo alcune forme di investimento che offrono una “garanzia sul capitale” o qualche tipo di “protezione del capitale”. Tra questi vi sono alcuni tipi di fondi comuni, di certificates, le polizze unit-linked e le obbligazioni strutturate. Le strategie per proteggere il capitale sono grosso modo soltanto tre:
1. Strategie di portfolio insurance e dynamic asset allocation – in esse una porzione del capitale viene investita in strumenti relativamente più “sicuri”, come fondi monetari e obbligazioni ad alto rating e una parte in attività a rischio maggiore ma anche più remunerative, come azioni, ETF o fondi azionari. La proporzione tra i due settori del portafoglio è solitamente regolata da algoritmi che tendono a vendere gli asset rischiosi quando scendono di valore e ad acquistarli quando si apprezzano. A seconda della congiuntura le transazioni possono essere più o meno frequenti, ma ogni volta prevedono dei costi di negoziazione che vengono sottratti ai rendimenti.
2. Impiego di strumenti derivati – Viene incluso nel portafoglio almeno un derivato (ad esempio un’opzione put) che offra protezione nel malaugurato caso in cui l’investimento stia perdendo di valore. Il derivato è come una sorta di assicurazione, che ovviamente ha un costo da scontare.
3. Riassicurazione – Chi propone il prodotto finanziario acquista anche delle protezioni/garanzie presso un soggetto esterno, solitamente un riassicuratore o una banca d’investimento, che a sua volta utilizza una delle due metodologie citate in precedenza. Ovviamente, il costo dell’assicurazione pesa sul risultato complessivo dell’investimento.
Nei prossimi giorni torneremo a parlare di questi prodotti di investimento (che assumono nomi come gestione a capitale protetto, portfolio insurance, controllo del drawdown), valutandone pro e contro. Continuate a seguirci.
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