Pro e contro dei certificati ‘Equity protection’

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certificati equity protectionIn tempi di borse assai altalenanti, degli strumenti finanziari come i certificati equity protection possono garantire un relativo equilibrio tra la tranquillità dell’investitore e il profitto. Come dice il loro nome, si tratta di un tipo di certificato a capitale protetto, ovvero che difendono il capitale investito, restringendo al massimo il rischio di perdita in conto capitale.

Gli equity protection investono su sottostanti come indici (italiani o internazionali), azioni (italiane o straniere), materie prime, cambi, tassi di interesse. Sono alla portata di tutti perché hanno dei tagli minimi molto bassi (da 100 euro o talvolta anche meno) e un’orizzonte di vita breve (in media 2 o 3 anni). Infine, le loro quotazioni sul mercato secondario (Sedex) tendono a essere assai stabili – che si traduce nel fatto che anche in caso di riscatto anticipato, il loro valore di rimborso sarà molto simile a quello che sarebbe rimborsato alla scadenza, ovvero alla pari o poco sotto la pari. Si capisce perciò per quale motivo essi costituiscono uno strumento perfetto per costruirsi un portafoglio a basso rischio, ma che include comunque una quota azionaria.

Va comunque detto che tutte questi vantaggi hanno anche un contraltare, costituito da un limite ai guadagni potenziali che potrebbero derivare dal rialzo del sottostante. I prodotti migliori ne garantiscono due terzi, i meno validi appena il 30%. O meglio – le percentuali di garanzia del capitale sono inversamente proporzionali alle partecipazioni ai rialzi. Ad esempio:

Protezione del capitale garantita all’82% >> 100% di partecipazione ai rialzi
Protezione del capitale garantita all’89% >> 65% di partecipazione ai rialzi
Protezione del capitale garantita al 96% >> 30% di partecipazione ai rialzi

Proprio per il fatto di offrire la garanzia di una protezione totale o quasi della somma investita, sono molto apprezzati nei periodi in cui i mercati azionari tendono al ribasso oppure quando si fa sentire la volatilità. Ultimamente però, il numero dei sottoscrittori di questi certificates è risultato alto anche nelle fasi di mercato toro, ovvero rialzista. Lo fanno perché, dopo i rialzi conquistati dalle borse negli ultimi 24 mesi, con questi prodotti è possibile guadagnare ancora, ma arginare i rischi di perdite – ovvero consolidare i risultati già raggiunti.


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