POS Mobile per partite IVA e negozianti, come funziona?

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POS Mobile per partita IVASin dal 30 giugno 2014 i professionisti con partita IVA e negozianti hanno l’obbligo di munirsi di POS per accettare i pagamenti di oltre 30 euro tramite bancomat o carta di credito. Il provvedimento, che si propone come uno strumento in più nella lotta all’evasione, è visto in maniera negativa dagli esercenti, che possono arrivare a spendere ben 600 euro per dotarsi di POS, secondo uno studio Federconsumatori.

Questi però sono i prezzi dei POS tradizionali, ai quali però ci sono alternative. Così come con i conti online (qui alcuni esempi) si possono risparmiare cifre importanti secondo diversi studi del comparatore SosTariffe.it, con il POS mobile i costi scendono sensibilmente.

Un POS mobile è un dispositivo idoneo per ricevere pagamenti con carte di credito e bancomat da PC, smartphone o tablet. In certi casi prevedono un costo di attivazione, ma spesso non ci sono canoni fissi e si paga unicamente la commissione su ogni operazione, come con il POS tradizionale.

Il POS mobile non va confuso con il POS virtuale, termine che solitamente fa riferimento a quello  esclusivo per chi ha una piattaforma e-commerce.

Questo piccolo dispositivo, dove va inserita la carta del cliente, è correlato a un’applicazione che trasmette il pagamento non direttamente al conto corrente del negoziante come nel caso del POS tradizionale, ma a una società esterna che poi lo dirige dove corrisponde. L’accredito della somma pagata dal cliente accade in 2-4 giorni; per il suo funzionamento è necessario che ci sia un collegamento Internet, che può essere un 3G o 4G sul cellulare dell’esercente oppure una connessione Wi-Fi del negozio.

Per quanto riguarda la ricevuta, dipende dal modello e l’azienda contrattata. Alcuni POS mobili consentono di scaricarla dal web in quel momento e stamparla per consegnarla al cliente, mentre in alcuni casi sono disponibili anche piccole stampanti portatili che si adattano al POS (con un costo aggiuntivo) e rilasciano la ricevuta nel momento, come nel caso dei POS tradizionali. In alternativa, si può spedire la ricevuta tramite e-mail al cliente, in formato pdf: è ugualmente valida dal punto di vista fiscale e si evita di stampare scontrini.

Si tratta di una soluzione molto conveniente dal punto di vista economico, soprattutto in quei casi in cui non è previsto un canone fisso. Nel nostro Paese sono presenti alcune soluzioni di POS Mobile, come ad esempio:

  1. Wallet-ABILE: Costa 69 euro (+IVA) dotarsi dell’apparecchio, che funziona con un’app disponibile su iOS e Android. Non prevede canoni o spese fisse. La commissione sulla transazione è pari all’1% per le bancomat e PostePay, e del 2,75% per le carte di credito e carte di debito internazionali.
  2. Sumup: questo POS mobile per iOS e Android costa 79 euro, ma prevede una commissione pari all’1,95% sul transato.
  3. Jusp: uguale alle precedenti, ma l’app è disponibile anche per Windows Phone; costa 49-79 euro per il dispositivo e la commissione va da 0% a 2,5% sulla transazione, a seconda del piano scelto. C’è anche un’offerta con FASTWEB, che costa 59€ di contributo per l’apparecchio e 10€ al mese comprensivi da dispositivo POS, assistenza Fastweb e due anni di assicurazione Kasko .
  4. Payleven: costa 79 euro + IVA e le commissioni su ogni operazione risalgono al 2,75%. C’è un’offerta congiunta con TIM, per i titolari della tariffa Impresa Semplice, che costa 10 euro/mese, senza contributo iniziale, con 1 GB di traffico mensile incluso nella SIM TIM e commissione scontata a 1,95%, tranne per American Express che rimane a 2,75%.

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