Perché ETH Merge è stata ritardata?
Di RobertoL’attesa fusione denominata The Merge sulla blockchain di Ethereum (ETH) è stata rinviata a data da destinarsi. Sai di cosa si tratta e perché è importante monitorare tale evento? Te lo spieghiamo brevemente in questo articolo.
In quale modo The Merge cambierà Ethereum? Il mondo delle crypto è diventato sempre più attento all’ambiente e conseguentemente il modello di ‘produzione’ è stato rivisto. Ciò avrà impatto soprattutto sulle criptovalute più importanti come Bitcoin ed Ethereum: la loro capitalizzazione e diffusione le rende un modello per tutti i nuovi progetti in ambito DeFi, ovvero quelli attinenti alla finanza dematerializzata.
Il prossimo passo di Ethereum
ETH si è mossa per anticipare i tempi, così da soddisfare la crescente richiesta di moneta digitale, validando un numero maggiori di transazioni senza danni ambientali. L’attesa degli analisti relativamente all’evento The Merge è quella di un impatto importante sul valore di Ethereum: ci si aspetta che l’onda lunga di tale cambio di sistema avrà un effetto sia sul valore assoluto (le proiezioni parlano di un target price di 9.000 USD), sia in termini di tasso di cambio con le monete FIAT, come ad esempio l’euro (clicca qui per saperne di più).
Si tratta di un evento di portata ‘epocale’ per la seconda criptovaluta più importante a livello globale, e non solo: in prospettiva la fusione può aprire uno scenario nel quale il mining potrebbe non essere più necessario. Ma perché The Merge di ETH non è stata ancora completata? Il processo è tutt’oggi in corso. Al momento, i rapporti degli sviluppatori di Ethereum Foundation parlano di una serie di test denominati “Shadow Fork”. In questa fase le ipotesi del team sono messe alla prova per verificare la sincronizzazione dei sistemi e il potenziale sviluppo del progetto. Gli esiti sono tutti positivi, come dimostrano i vari tweet dei capi sviluppatori coinvolti nel progetto. Tutto lascia pensare che la fusione sarà completata dopo giugno.
Cos’è The Merge di Ethereum?
La fusione viene descritta come un aggiornamento tecnico. In effetti si tratta di un’unione fra due sistemi alla base di due diverse tipologie di blockchain: Ethereum e Beacon. La prima si fonda sul sistema PoW (Proof of Work), mentre la chain Beacon utilizza il meccanismo PoS (Proof of Stake).
Vediamo brevemente qual è la differenza sostanziale. PoW è un cosiddetto meccanismo di consenso: un processo per validare i nodi della rete blockchain, attraverso un’autorizzazione di doppio livello. In pratica è ciò che fino ad adesso ha costituito la caratteristica principale della ‘rete a blocchi’. Con PoW i singoli nodi necessitano di una grande potenza di calcolo per risolvere gli ‘enigmi crittografici’ e quando l’enigma è risolto, il minatore aggiunge un nuovo blocco e viene ricompensato con bitcoin appena estratti. Il più evidente svantaggio è che l’elevata potenza di calcolo, utile per l’attività di mining, richiede un enorme dispendio di energia. E questo può rivelarsi un problema sia in ottica di sostenibilità ambientale dei bitcoin, sia in ottica di soddisfacimento della richiesta di mercato. Viceversa, il protocollo PoS non ha bisogno dello sforzo energetico dei supercomputer per il mining, perché tale sistema è sostituito da un insieme di nodi validatori, selezionati casualmente in base a criteri democratici.
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