Per quanto tempo bisogna conservare documenti, bollette e ricevute?

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Ogni documento, estratto conto o ricevuta ha una propria data di scadenza, perciò meglio pensarci bene, prima di cestinarli! Queste sono alcune indicazioni utili per i documenti più comuni:

Documenti relativi alla dichiarazione dei redditi (fatture, ricevute, bonifici, bollettini di pagamento, documentazioni per gli sgravi sulle ristrutturazioni) vanno conservati per almeno cinque anni. Anche chi riceve dall’Agenzia delle Entrate una comunicazione di correttezza della dichiarazione dei redditi deve comunque conservare i documenti relativi, poiché l’ufficio potrà sempre effettuare controlli e accertamenti, al massimo entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione.

Tempi più brevi per le assicurazioni: le ricevute delle rate del premio vanno conservate solo per un anno, salvo altri tempi previsti dal contratto. Se sono state utilizzate a fine fiscali vale il termine dei cinque anni.

Tutti gli atti notarili vanno conservati per sempre: compravendita di una casa, atto di proprietà, contratto di affitto.

Per quanto concerne le spese per la casa, le ricevute per il pagamento dell’affitto sono da conservare per cinque anni. Quelle per l’ICI, per almeno cinque anni dall’anno successivo a quello di pagamento. Le ricevute dei pagamento delle rate del mutuo vanno conservate per sempre, anche se ai fini fiscali il termine è fino alla fine del quinto anno successivo a quello dell’ultima detrazione. Le ricevute di versamento delle spese condominiali devono essere trattenute per cinque anni.

Per le bollette/fatture per elettricità, gas, tassa sui rifiuti (TARSU) e telefono, vale il termine dei cinque anni.

Le ricevute di pagamento di abbonamento alla RAI vanno conservate per dieci anni.

Per quanto riguarda l’estratto conto bancario,  sono 60 i giorni di tempo dal ricevimento per eventuali contestazioni, ma se sono presenti errori od omissioni sostanziali si hanno dieci anni di tempo per proporre l’impugnazione del medesimo.

Quanto all’acquisto di servizi, le fatture di hotel e ristoranti devono essere conservate per soli sei mesi. Per le fatture emesse da artigiani, è consigliabile una conservazione di dieci anni. Le parcelle o fatture di liberi professionisti (come avvocati, notai, commercialisti) non vanno cestinate prima di tre anni dalla conclusione della prestazione.

Gli scontrini per l’acquisto di merce sono da conservare per 26 mesi (sia ai fini della prova di acquisto, sia per esercitare i diritti di garanzia). Invece il tempo sale a cinque anni per le ricevute dei pagamenti rateali.

5 commenti su “Per quanto tempo bisogna conservare documenti, bollette e ricevute?”
  1. Murphy ha detto:

    Interessante, perchè spesso si conserva tanta cartaccia o altrimenti si distruggono documenti ancora verificabili.

  2. Luca ha detto:

    altra risorsa sui tempi di conservazione della documentazione
    http://www.tutorcasa.it/articoli/far_valere_i_propri_diritti.htm

  3. monica ha detto:

    Buongiorno!
    Mio marito è un libero professionista e lavora nel settore del commercio.
    Il nostro commercialista sostiene che dobbiamo conservare TUTTI gli scontrini, (e quando dico tutti intendo proprio tutti, compresi quelli del panificio, il giornale, l’abbigliamento…. insomma, TUTTO, anche se non sono spese che poi verranno detratte dal reddito) nell’eventualità di un controllo da parte delle Agenzie delle Entrate.
    Onestamente sto esaurendo la mia pazienza nel fare questo lavoro, perchè essendo tutti stampati su carta chimica, dovrei scannerizzarli o fotocopiarli su carta normale…
    A me sà tanto di follia… Non riesco ad immaginarmi ufficiali dell’Agenzia che mi richiedano la prova di dove ho speso i miei soldi…
    Per favore, potete aiutarmi a capire meglio in modo che io e mio marito possiamo dormire sonni un pochino più tranquilli?
    Grazie e saluti.

  4. alex ha detto:

    divorzia!!!!

  5. franco ha detto:

    sono notizie molto utili da mettere in pratica per non rischiare multe, sanzioni, esborsi anche pesanti.


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