Pensioni: che cosa sono i contributi silenti
Di NicolettaSono definiti contributi silenti quei versamenti INPS effettuati durante gli anni lavorativi che tuttavia non genereranno una pensione o un miglioramento dell’assegno pensionistico. Infatti per legge esiste una soglia minima di contribuzione per avere diritto a un trattamento previdenziale.
Con la riforma delle pensioni i contributi silenti riguardano un numero elevato di persone, tra cui molte donne che hanno interrotto presto il lavoro per dedicarsi ai figli o ai genitori, quelli che hanno perduto un posto di lavoro e non sono in seguito riusciti a ricollocarli sul mercato per motivi di età o altro. Lo stesso discorso vale per molti di coloro che hanno aderito alla cosiddetta gestione separata, in teoria un sistema destinato ad assicurare un trattamento previdenziale a parasubordinati, precari e professionisti privi di ordini professionali di riferimento. Non è però mai stato chiarito che il versamento in alcuni casi è a fondo perduto: se non raggiunge il minimo richiesto dalla legge per maturare una pensione (cosa assai frequente, visti gli estesi periodi di disoccupazione), quei medesimi contributi andranno perduti, ovvero usati per pagare la pensione di altri. E anche quando si matura il minimo contributivo previsto dalla legge, l’assegno pensionistico non è poi di tanto superiore alle cifre fornite da una pensione sociale. In teoria è possibile la totalizzazione gratuita dei contributi versati a casse diverse, ma solo in presenza di un’anzianità contributiva di almeno tre anni presso ogni cassa.
Si sono rivelati sensibili al problema l’ANCOT (associazione dei consulenti tributari, che ha in progetto la presentazione di un’analisi della gestione separata in Italia) e i Radicali italiani, secondo i cui calcoli la gestione separata dell’INPS incassa annualmente 8 miliardi di euro di contributi, però ne restituisce soltanto 300 milioni sotto forma di prestazioni pensionistiche. Almeno per ora, perché di fatto la gestione separata esiste da poco più di quindici anni. Comunque, i radicali hanno presentato una proposta di legge dal titolo «Delega al governo per l’introduzione di una disciplina in materia di restituzione dei contributi previdenziali che non danno luogo alla maturazione di un corrispondente trattamento pensionistico».
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