Nuovo redditometro: molto diverso a seconda delle città
Di NicolettaLe spese per la benzina, quelle per gli alimentari, l’affitto, il mutuo, i gioielli, le spese telefoniche e quelle per la cura della persona. Nel nuovo redditometro 2013, messo a punto dall’Agenzia delle Entrate, entreranno tutti gli esborsi che compie mediamente una famiglia per andare avanti. Sono più di 50 le voci che saranno monitorate con cadenza mensile e raggruppate in circa 20 gruppi di riferimento per i quali il fisco ha posto dei parametri di spesa a seconda del luogo in cui si vive. La funzione del redditometro è infatti proprio quella di rilevare degli scollamenti rilevanti tra il reddito dichiarato al fisco e la capacità di spesa che si dimostra di avere nei fatti. I controlli scatteranno automaticamente e l’Agenzia delle Entrate chiederà conto di notevoli discrepanze con il reddito dichiarato.
Da tenere presente che i parametri contro cui saranno confrontate le spese variano moltissimo da città a città, poiché assai diverse sono le capacità di spesa nel nord, nel centro e nel sud dell’Italia. Ad esempio, si presume che una coppia con un figlio a Milano debba affrontare una spesa media mensile di 1950 euro, 1652 a Roma, 1444 a Napoli. A una coppia con due figli i valori di riferimento salgono a 2233 euro a Milano, 1894 a Roma e 1695 a Napoli. Le differenze tra le aree d’Italia crescono ulteriormente su alcuni capitoli di spesa: ad esempio, a Milano si spende in media circa il doppio che a Napoli per il tempo libero oppure per i pasti fuori casa, e il 20% in più rispetto a Roma.
Nel caso in cui i controlli facciano risultare una presunta anomalia, il soggetto viene convocato per fornire informazioni e produrre la documentazione che può dimostrare il motivo dello scostamento. A quel punto, soltanto se gli elementi da lui forniti non risultano convincenti, inizia la fase detta “di accertamento con adesione”. Gli accertamenti possono essere applicati a partire dal periodo di imposta 2009 – fatto che sicuramente creerà non pochi problemi pratici, perché ben pochi avranno tenuto traccia dei movimenti di denaro del passato (ad esempio donazioni da e verso familiari, prestiti vari ecc.). Bisognerebbe essere in grado di ricostruire come si è svolta la propria vita finanziaria, dimostrando l’esistenza di redditi non dichiarati (ma comunque legittimi) oppure di disponibilità escluse dalla base imponibile della dichiarazione dei redditi che si sono accumulate nel tempo.
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