L’inquinamento aumenta il PIL: perché ridurlo?
Di DonataIl titolo è volutamente provocatorio. Ma viene spontaneo chiedersi se le richieste del nostro governo durante le trattative europee sul clima siano state influenzate da questi calcoli.
Il PIL è una misura dell’ammontare di nuovi beni e servizi realizzati durante un periodo di tempo (anno) dal processo produttivo delle unità economiche che operano all’interno di un determinato territorio. Rappresenta l’incremento di ricchezza (capacità di soddisfare bisogni) di un paese, ma anche l’ammontare di REDDITI prodotti all’interno di un paese.
Tra questi, paradossalmente, sono calcolati anche gli effetti delle esternalità negative che vanno ad aumentare il PIL anziché ridurlo (ad esempio, l’inquinamento di un fiume e disinquinamento, malattie dovute al lavoro o all’inquinamento, ecc.)!
In un momento di crisi economica sostenere un’economia ambientale non è spreco di soldi, ma una razionalizzazione di risorse che invece vengono spese per gestire l’inquinamento inevitabilmente prodotto dalle grande industrie. Se quest’ultime saranno incentivate, con opportuni finanziamenti, a produrre con metodi più sostenibili, si riduce anche l’inquinamento e con esso il PIL.
Ma è un calo che fa bene alla salute, perché non trarne dei vantaggi?
Commenta o partecipa alla discussione