Liberalizzazioni: in Italia restano una grande incompiuta

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liberalizzazione farmaciIl titolo di questo post riprende una frase dell’interessante articolo Farmaci, taxi e banche: quelle liberalizzazioni sparite del portale Repubblica.it che mette il dito su una delle grandi criticità dell’economia del Bel Paese analizzando nel dettaglio i dati dell’indice delle liberalizzazioni messo a punto e aggiornato annualmente dall’Istituto Bruno Leoni.

Quasi tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi anni hanno fatto grandi promesse, ma i progressi concreti sono stati pochissimi. Il nostro paese non può neanche minimamente essere raffrontato con altri del Nordeuropa, soprattutto con il Regno Unito, la nazione che vanta il mercato in assoluto più aperto. Si pensi che in Gran Bretagna è stata conseguita la totale liberalizzazione (100%) nel mercato delle utility (gas, elettricità) e dei trasporti aerei.

Vediamo qual è la situazione in alcuni dei settori cruciali:
* Telecomunicazioni: è il settore in cui è stata introdotta più concorrenza (86%)
* Mercato elettrico: anche qui il progresso nelle liberalizzazioni è discreto (81%)
* Televisioni: è il terzo tra i settori più liberalizzati (75%), ma l’Italia occupa comunque l’ultima posizione in Europa.
* Assicurazioni: in Italia la liberalizzazione è calcolabile intorno al 60%, per una volta più alta perfino di Finlandia, Danimarca, Irlanda e Svezia, anche se ancora molto lontana dal 100% inglese.
* La liberalizzazione delle poste in Italia lascia molto a desiderare (59%).
* Siamo solo al 57% per la liberalizzazione dei carburanti, mentre a livello europeo questo è il settore più liberalizzato.
* Trasporto ferroviario: è il fanalino di coda nel nostro paese (48%).

Il decreto Bersani aveva a suo tempo portato numerosi passi avanti: possibilità di usufruire della stessa classe di merito per i secondi veicoli acquistati, azzeramento dei costi di ricarica dei cellulari e delle commissioni di chiusura dei conti bancari, oltre che delle penali in caso di estinzione anticipata del mutuo (anche mediante surroga). Dopo la famosa “lenzuolata” nacquero le parafarmacie e fu liberalizzato l’orario di apertura dei negozi. Ma ora in Parlamento si sta discutendo della reintroduzione di giorni di chiusura obbligatoria e dal 21 marzo 2016 tornerà la penale per l’estinzione anticipata di un mutuo (mediante surroga. Purtroppo sappiamo bene che l’Italia è il paese delle lobby.


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