La Finanziaria va in pensione, sostituita dalla Legge di stabilità

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Alla fine di ogni anno compare nei lavori parlamentari e li assorbe interamente o quasi. Si tratta della Legge Finanziaria, un documento giuridico concepito per aggirare i vincoli dell’articolo 81 della Costituzione.

In teoria, un aggiramento virtuoso, poiché la norma costituzionale risulta realmente inapplicabile in un assetto della finanza pubblica assai più complesso di quello immaginato dai padri costituenti.

Di fatto, però, la Legge Finanziaria è sempre stata l’unica e ultima occasione dell’anno per introdurre emendamenti in qualunque previsione di spesa, ma ha permesso anche di modificare i codici, di introdurre interventi sui procedimenti in corso, di riorganizzare parti dell’Amministrazione Pubblica. Ogniqualvolta è stata posta la fiducia sul maxi-emendamento che ha troncato il dibattito e portato al voto finale, la funzione del Parlamento è risultata totalmente inutile.

Ora questa legge ordinaria, da molti ritenuta un vero e proprio mostro, dovrebbe morire, o quanto meno nel 2010 verrà cancellato il suo nome: è già stata approvata con largo consenso parlamentare la normativa che introduce al suo posto la Legge di stabilità, che in teoria sarà più attenta ai parametri europei e all’autonomia degli enti territoriali. Non tutti comunque sono convinti che con il cambiamento del nome cambieranno anche le cose.


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