Investire sui Certificati di deposito – pro e contro

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I certificati di deposito (CD) sono un prodotto finanziario che sta godendo di grande successo.  Si tratta di titoli vincolati e trasferibili mediante cui il cliente deposita una certa somma di denaro presso una banca e questa si obbliga a restituirla alla scadenza. Il possessore ha diritto al rimborso del capitale e anche alla corresponsione degli interessi mediante cedole periodiche oppure alla scadenza (in questo caso si chiamano zero coupon). Esistono anche dei certificati di deposito sottoscritti sotto la pari e rimborsati al valore nominale.

La durata dei certificati di deposito può andare dai 3 ai 60 mesi (ovvero 5 anni) ed essi possono essere a tasso fisso o variabile. I primi rendono una percentuale di interesse fisso e prestabilito. Per quelli a tasso variabile l’interesse cambia a determinate scadenze temporali e in base ai tassi di mercato.

Quali sono i rischi degli investimenti in certificati di deposito?

* Rischio di liquidità: i certificati con una scadenza inferiore ai 18 mesi non possono essere rimborsati prima di tale scadenza. Se invece hanno scadenza superiore ai 18 mesi, è possibile chiederne il rimborso quando sono trascorsi almeno trascorsi 18 mesi dall’emissione.
* Rischio di tasso: per i CD a tasso variabile, anche se oscillano i tassi di mercato, la cedola in corso rimane uguale.
* Rischio di distruzione, di smarrimento o di furto se il certificato è materiale e nelle mani del titolare (ma al problema si può ovviare depositando il certificato su un dossier titoli).
* Alta ritenuta fiscale: il 20%. Con le ultime direttive fiscali, i CD sono assoggettati alle norme sull’imposta di bollo: 0,15% con un minimo di 34,20 euro e senza tetti massimi.

Quali sono i vantaggi dei certificati di deposito?

* Essi sono coperti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) fino a una somma di 100.00 euro per ogni depositante e su ciascuna banca.
* Rendimenti piuttosto elevati (in questo periodo se ne trovano alcuni che rendono intorno al 9% in 30 mesi, in pratica poco più del 3% all’anno), a patto però che si tenga il denaro fermo per un determinato lasso di tempo.

Come formula di investimento, comunque, i CD sono sicuramente più convenienti per le banche – che in questo modo raccolgono i soldi dei risparmiatori e li investono in prodotti più rischiosi che pagano di più.


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