Investire nel vino: qualche utile consiglio

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Secondo gli esperti del settore vinicolo, un bravo investitore può riuscire a realizzare anche il 30% di rendimento annuo da alcune bottiglie di vino veramente preziose. Sembra impossibile, ma tra gli anni 2000 e 2010, alcune famosi vini Bordeaux (in primo luogo i rossi Château Margaux e Château Lafite-Rothschild, ma anche il bianco Sauternes 1er cru Chateau d’Yquem, ovvero il Sauternes per antonomasia!)  hanno visto quadruplicare il loro valore. Guardando con attenzione i numeri, si scopre che in effetti il vino di pregio può essere considerato come un bene rifugio capace di tenere il passo dell’oro. In più, è un bene che suscita sempre grande emozione e suggestione per l’acquirente. Ovviamente, come le azioni di borsa, anche i vini possono perdere quota, ma per lo meno la minusvalenza può sempre essere bevuta! Scherzi a parte, secondo noi, per un investitore accorto, a un buon vino dovrebbe essere riservata una piccola sezione del portafoglio di investimenti.

In ogni caso, la richiesta di vini eccellenti come bene rifugio supera di gran lunga l’offerta.

Ecco alcuni consigli utili per chi desiderasse entrare in questo mercato. Sappiate che:

* Nessun produttore importante vende direttamente al pubblico, occorre sempre comprare mediante enoteche o vendite all’asta (per esempio Christie’s o Sotheby’s).
* E’ importantissimo scegliere un intermediario di lunga tradizione e dalla buona reputazione. Questo perché il commercio del vino non è sottoposto a regole e non è difficile che degli operatori poco onesti rifilino a investitori ingenui delle bottiglie di vino contraffatte.
* I padroni del mercato sono i grandi vini rossi: le performance da record le registrano soprattutto i già citati Bordeaux. Purtroppo i vini italiani non sono ancora riusciti a inserirsi come veri protagonisti in questo settore, fatta eccezione per il Bolgheri Sassicaia e il Masseto, che i collezionisti considerano allo stesso livello dei grandi francesi. Comunque, i vini che promettono meglio per il futuro sono i grandi toscani e piemontesi.
* Gli intermediari non dovrebbero mai addossarvi una provvigione per la consulenza o per l’acquisto. Avranno invece giustamente diritto a una commissione del 10% nel momento in cui venderete le bottiglie. Questo fatto va tenuto ben presente.
* Tenete presente il principio del “meglio poco, ma buono“. Bisogna scegliere solo i vini migliori in assoluto e tra questi, quelli provenienti dalle annate di gran lunga migliori. Queste bottiglie e solo queste sono destinate a essere un investimento davvero eccellente – anche grazie alla nuova e sempre crescente richiesta da parte dei nuovi investitori cinesi che ne fa lievitare i prezzi.
* L’unità di investimento più comune è una cassa da 12 bottiglie – che potrebbe già costarvi svariate migliaia di euro.
* Il prezzo di un vino pregiato inizia a crescere nel momento in cui le bottiglie esistenti sul mercato iniziano a scarseggiare perché sono già state bevute. In altri termini, poiché ogni anno si produce solo un numero finito di bottiglie, i prezzi crescono in maniera inversamente proporzionale alla diminuzione dell’offerta.
* Ci sono dei costi da considerare per quanto riguarda l’eventuale conservazione del vino in speciali cantine il cui costo annuale può essere discretamente elevato. Alcune prestigiose aziende vinicole propongono anche il ‘servizio di invecchiamento’: voi acquistate la bottiglia, che resta al fresco nelle loro cantine e sale di valore ogni anno. Oppure depositare Come o proprio nei caveau di una banca (ne abbiamo parlato qui). Anche questa spesa deve essere tenuta in considerazione prima di comprare. Se invece possedete un locale adatto, a prova di ladro, meglio per voi.

Se non altro, il vantaggio di investire nel vino è che non si devono pagare tasse sui profitti sulle plusvalenze maturate in cantina.

 


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