Investire nei corporate bond: come scegliere

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I corporate bond, ovvero le obbligazioni emesse da società private sono percepite da molti piccoli investitori come una buona via di mezzo tra il mercato azionario (negli ultimi anni caratterizzato da sempre maggiori incertezze) e i titoli di stato (per alcuni Paesi la loro volatilità non accenna a diminuire e per quelli più sicuri i rendimenti sono nulli). E così nei portafogli di molti investitori retail si stanno infittendo le obbligazioni societarie. Tutti la pensano in questo modo: infatti è un vero e proprio record a livello globale: nel mese di giugno il progresso è stato del 38% rispetto all’anno precedente.

Del resto, le aziende possono contare sempre meno sul credito delle banche e hanno bisogno di raccogliere fondi sul mercato e lo fanno proprio mediante le emissioni obbligazionarie.

Quanto rendono le obbligazioni corporate? Meno di quanto avveniva prima della crisi: ai tempi erano infatti percepite come a maggior rischio di insolvenza rispetto agli stati sovrani. Ma oggi i mercati ritengono assai più a rischio default alcuni stati della zona Euro che non i titoli corporate. Il rendimento medio dei corporate bond in Europa si aggira sul 2,6%: molto meno dei titoli decennali del Tesoro italiano.

Per la scelta dei corporate bond conviene tenere presente il rating stabilito dalle agenzie, mediante il solito sistema delle prime lettere dell’alfabeto. Sono giudicate più affidabili quelle fino al rating BBB, i cui rendimenti sono al momento molto bassi, a riprova della loro affidabilità (rendimento e livello rischio, come è noto, sono direttamente proporzionali tra loro).

Rendono di più, e per questo sono più rischiosi i bond di emittenti finanziari italiani, che subiscono gli effetti del giudizio sul debito pubblico italiano. Come dire: in questo periodo di crisi del debito, le sorti delle banche sono legate a filo doppio con quelle dello Stato. In altri termini: investire sui bond legati al comparto finanziario in questo periodo implica rischi maggiori – e altrettanti potenziali maggiori ricavi. Ma sappiamo bene che un’oculata diversificazione e un po’ di sana prudenza devono sempre assistere l’investitore.


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