Investimenti: quali sono le differenze tra PAC e PIC?

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Cambia solo una vocale, ma la differenza c’è: l’acronimo PIC sta per Piano di Investimento di Capitale ed è l’investimento in un’unica soluzione di una determinata somma. PAC sta invece per Piano di Accumulo del Capitale, e indica un investimento dilazionato nel tempo, mediante piccole rate, tendenzialmente mensili.

Il PIC è consigliabile per chi ha in mano della liquidità da investire nell’immediato. Il PAC è più adatto per chi non dispone ancora di un capitale ma ha intenzione di accumularne uno nel tempo.

Con un investimento mediante PIC si va in contro a un rischio potenziale maggiore, anche se tutto dipende dal momento in cui si entra sul mercato. Investendo con un PAC, essendo l’accumulo periodico e ricorrente, può capitare sia di acquistare a prezzi convenienti che non convenienti, ma mediamente si riduce il rischio di comprare degli asset nel momento meno favorevole.

Sia PIC che PAC prevedono ovviamente dei costi, dei rendimenti e dei rischi da calcolare in funzione delle asset class sul cui si decide di investire. L’investitore deve scegliere la soluzione più adatta ai suoi propri obiettivi.

Merita un accenno il discorso dell’investimento sull’azionario mediante PIC o PAC. Di regola non è conveniente nella modalità dilazionata. Ma possono verificarsi dei periodi in cui i prezzi delle azioni sono particolarmente alti e in quel caso un ingresso scaglionato è un’opzione più prudente. Esistono anche delle strategie di investimento evolute che permettono di variare la quantità di azioni da investire ogni mese in base all’andamento del mercato. Molte di queste sono basate sulla formula del Value Averaging proposta da Michael E. Edleson. Approfondiremo il discorso a breve.


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