Investimenti: diversificare sì, ma non troppo – come scegliere le azioni buone
Di RobertoQuando la crisi economica aveva raggiunto il suo apice, la diversificazione costituiva l’unica soluzione possibile per minimizzare il rischio. La corretta diversificazione del portafoglio è comunque sempre un modo per minimizzare (anche se non annullare) la volatilità e un ausilio per tenere sotto controllo l’emotività degli investitori. E parliamo di diversificazione in almeno tre sensi: tipologia di strumenti, scadenze ed emittenti (in vari settori e zone geografiche). La regola della distribuzione del rischio non deve però arrivare agli estremi: una diversificazione eccessiva, infatti, non è efficiente e costa molto, perché si moltiplicano le commissioni che occorre versare sui numerosi prodotti acquistati.
Ci sono anche dei portfolio manager (soprattutto americani) che preferiscono concentrare gli investimenti su un ridotto numero azioni, ottenendo comunque molte soddisfazioni. Queste azioni devono però essere scelte in base a criteri precisi:
* devono essere emesse da aziende che un potenziale del 10% -20% annuali per i 5 anni venturi;
* deve trattarsi di aziende con attività o impianti in tutto il mondo;
* devono essere aziende gestite da un management di alto livello.
Come, vedete, consigli che rientrano nel pacchetto di regole di Warren Buffet, sempre più considerabili come oro colato tra gli investitori.
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