Incasso di polizze vita scadute: è cambiata la normativa

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Che cosa succede quando qualcuno dimentica di incassare una polizza vita, oppure un congiunto decede e lascia in eredità una polizza vita non ancora scaduta? Fino a poco tempo fa, se non si inviava la richiesta di liquidazione alla compagnia assicurativa entro due anni dalla scadenza oppure dalla morte dell’intestatario, la polizza in questione veniva prescritta e il suo premio devoluto a fondi dello Stato. Col risultato che chi aveva erroneamente atteso più di due anni (oppure la naturale scadenza della polizza oltre questo lasso di tempo) per richiedere la liquidazione, perdeva tutto. La normativa diceva infatti che il diritto per l’incasso di polizze vita scadute era di appena due anni, contro i dieci anni di tutti gli altri diritti monetari.

Con il decreto Cresci Italia, però, le norme sono cambiate: ora la liquidazione delle polizze vita può essere richiesta fino a dieci anni dalla loro scadenza oppure dalla morte dell’assicurato.

A questo punto, anche chi aveva rinunciato al rimborso, potrebbe ottenerlo – anche retroattivamente. La procedura corretta da seguire è questa: spedire immediatamente un reclamo alla compagnia assicurativa richiedendo il pagamento della somma che vi spetta di diritto. In caso di diniego, avviare una mediazione (consigliamo di rivolgervi al Movimento Consumatori, sul cui sito è presente anche un modulo per l’invio di e-mail). Se anche questo tentativo dovesse fallire, conviene adire le vie legali.


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