I BTP rendono sempre meno, ma vanno a ruba: perché?

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All’asta del 13 maggio 2010 i titoli di stato a medio-lungo termine del Tesoro (BTp) hanno visto una fortissima richiesta nonostante l’alone di incertezza sul fronte finanziario che ancora pesa sull’Eurozona: anche prima che la vendita si aprisse, infatti, la domanda si prospettava consistente.

Il rovescio della medaglia è che, proprio a fronte della domanda, il prezzo raggiunto dai BTp ne abbassa il rendimento netto (sottratte tasse e commissioni) che, per i titoli a 5 anni, è sceso al minimo storico cui erano arrivati nel 2003 (2,57%), mentre per quelli a 15 anni registra un discreto rialzo (4,42%).

La richiesta di questi titoli è giustificata, secondo gli operatori del settore, dal fatto che il prezzo dei BTp italiani è più basso di quello di altri titoli di stato con le stesse caratteristiche. E anche dalla percezione dell’Italia come di un paese “solido” nel panorama europeo. Nel clima di diffusa avversione al rischio che caratterizza questo periodo della storia economica, i BTp sono prediletti da operatori istituzionali nazionali e internazionali perché danno garanzia di una sicurezza cui gli investitori, evidentemente, attribuiscono notevole valore.


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