Titoli value e growth: quali sono le differenze?
Di NicolettaI titoli azionari sono suddivisi in quelli che appartengono alla famiglia del valore (value) oppure a quella della crescita (growth), in base alla valutazione delle potenzialità di crescita delle società che li hanno emessi.
I titoli value sono preferiti dagli investitori quando l’economia di un paese ha raggiunto un punto non superabile oppure si avvia alla recessione. I titoli growth invece sono adatti per le fasi di piccolo o grande boom economico di un paese. La differenza tra i due tipi di titoli è calcolata con due rapporti matematici chiamati:
* price earning (P/E) – il rapporto tra il prezzo dell’azione e gli utili che essa produce
e
* price book value P/BV – il rapporto tra prezzo dell’azione e il patrimonio netto per azione.
Quando i rapporti P/E e P/BV sono bassi, si parla di titoli “value”; quando il valore del rapporto è elevato, si parla di titoli “growth”.
Oltre a questa caratteristica, i titoli value danno in genere dei cospicui dividendi, sono sottovalutati dal mercato, appartengono ad aziende operanti in settori maturi e solidi. Invece, i titoli growth, oltre ad alti rapporti P/E e P/BV sono caratterizzati da un alto tasso di crescita, alta redditività, appartengono ad aziende appartenenti a settori in fase di piena espansione e che utilizzano gli utili per finanziare ulteriormente la crescita.
Su quale tipo di titoli conviene investire? La risposta migliore è: su tutti e due, diversificando il portafoglio, in maniera da compensare l’andamento negativo degli uni con quello positivo degli altri.
Gestione value e growth: quali sono le differenze tra i due stili?
Quando si affida il capitale a un gestore, è necessario essere consapevoli del fatto che esistono due principali stili di gestione, uno più difensivo, chiamato value, e l’altro più aggressivo, chiamato growth, che si basano sulla differenza tra titoli value e growth e hanno aspettative di ritorno e grado di rischio alquanto diversi tra loro.
Il growth investing è un investimento su imprese che stanno crescendo in maniera rapida e costante. Non è una ricerca delle “occasioni” offerte dal mercato, ma un acquisto dei titoli migliori presenti sul mercato. Lo stile di gestione growth punta alle aziende di settori in fase di rapida espansione e pronte a reinvestire gli utili per un’ulteriore sviluppo. Non è detto che le performance di questi titoli siano buone nel presente, sono semplicemente quelle più promettenti per il futuro, quelle con aspettative di rapido aumento dei profitti. Lo stile di gestione growth è quindi una scommessa sul futuro e dà il suo meglio quando il mercato è ottimista (in fase toro). Il rischio è molto alto: i fondi di investimento growth possono produrre ricavi spettacolari, ma anche bruschi crolli.
Il value investing è invece un investimento su azioni che garantiscono buoni dividendi anche in fase di recessione perché le aziende che le hanno emesse hanno buoni fondamentali di bilancio. Di solito prediligono le azioni che al momento sono sottovalutate ma emesse da aziende con buoni fondamentali. Lo stile di gestione value è dunque più difensivo e dà il suo meglio quando il mercato è in ribasso (in fase orso). I fondi di investimento value raramente portano guadagni straordinari, ma danno utili molto più omogenei dei fondi growth.
Quale stile di investimento è meglio scegliere allora? Poiché né uno né l’altro sono esenti da errori di valutazione, l’ideale non è passare da un segmento all’altro a seconda dei periodi, ma avere in mano un portafoglio diversificato che contenga sia fondi growth che value, oppure affidare il capitale a due professionisti diversi (in un’ottica multimanager) con approccio dichiaratamente diverso – e così ottenere un risultato che sarà la media matematica tra i due rendimenti realizzati.
Per approfondire: Mercato orso e mercato toro: quali sono le strategie vincenti.
Commenta o partecipa alla discussione