‘Fossato economico’ come criterio per scegliere gli investimenti? Le opinioni di Buffett e Musk
Di Daniele Grattieri‘Fossato economico‘ è la traduzione italiana dell’espressione inglese ‘economic moat‘, coniata dal guru americano della finanza Warren Buffet e da lui da tempo applicato nella scelta delle azioni su cui investire. Per dirla in parole povere, secondo Buffet, il segreto di un investimento valido risiede nella scelta che tiene conto dei vantaggi competitivi di una data società rispetto a tutti i suoi concorrenti. Il fossato è una metafora di questo concetto: come nei castelli dell’antichità il fossato era utile per proteggersi dagli attacchi nemici e la sua utilità aumentava in maniera proporzionale alla sua larghezza, così un bene o servizio sono un investimento sicuro se la società che li produce può vantare un vantaggio competitivo assai ampio rispetto a tutte le altre società del settore, che saranno incapaci di minare la sua posizione. I parametri che definiscono un vantaggio competitivo molto elevato sono 5:
- Vantaggi di costo (cost advantages)
- Beni immateriali (intangible assets)
- Scala di produzione efficiente (efficient scale)
- Costi di transizione ridotti (switching costs)
- Economia di rete (network effects)
I fossati economici sono generalmente difficili da individuare nel momento in cui vengono creati. I loro effetti sono molto più facilmente osservabili a posteriori, una volta che un’azienda ha già acquistato un certo successo.
L’imprenditore, inventore e filantropo di origini sudafricane Elon Musk, CEO di Tesla, SpaceX e Neuralink, non è d’accordo con questa teoria. A suo avviso quando un’azienda si difende dalla concorrenza semplicemente trincerandosi dietro al suo fossato e facendo leva sui suoi vantaggi competitivi non può avere vita prospera per lungo tempo e questo tipo di società se esistono sono di fatto degli oligopoli.
Chi ha ragione tra i due personaggi? Difficile dirlo. Certo è che in questo caso si scontrano due personalità davvero diverse tra loro. Musk è noto per le sue attività imprenditoriali a dir poco fuori dagli schemi. O almeno pareva ai tempi tale un’iniziativa come la fondazione di PayPal, pioniera nella diffusione su larga scala dei pagamenti e micropagamenti online, che oggi ci sembra un’ovvietà.
Per non parlare della sua più recente sfida di cambiare il mondo e la vita sulla terra, mediante l’uso delle energie rinnovabili, della sua spiccata attenzione agli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale e non da ultimo del suo piano per colonizzare la Luna e Marte (un’idea che peraltro piace a più persone di quante potremmo immaginare, visto l’interesse che ha suscitato un articolo che ipotizza come sarebbe la vita sulla Luna comparso sul blog L’Insider).
Certo, Warren Buffett per molti versi “vola più basso” di Musk, il suo approccio agli investimenti è costituito dal metodico rispetto di linee guida da lui studiate e collaudate nel corso di molti decenni. Sta di fatto che il suo patrimonio è attualmente stimato in 82,6 miliardi di dollari. Quello di Musk, però molto più giovane (48 anni contro gli 89 di Buffett) è di “soli” 20,6 miliardi di dollari, non proprio quisquilie, comunque.
Il metodo ragionato di Buffett si oppone all’approccio visionario di Musk. Forse l’imitazione su piccola scala del primo è più alla portata del risparmiatore medio, il secondo più adatto per individui davvero eccezionali.
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