Fondi bilanciati: quali sono i migliori
Di NicolettaL’ultimo anno solare è stato l’anno della riscossa dei fondi di investimento che in quasi ogni categoria hanno ottenuto delle performance di rilievo e in ogni caso sempre superiori all’inflazione. E’ difficile credere che questa cavalcata dei fondi a reddito fisso possa continuare a tale ritmo, perciò d’ora in poi occorre investire in maniera oculata.
Oltre ai cosiddetti fondi a cedola di cui abbiamo parlato di recente, una delle categorie di fondi più interessante è quella dei fondi bilanciati, così chiamati perché investono in varie asset class: obbligazioni, azioni e talvolta anche in materie prime. Nei portafogli bilanciati tradizionali domina la componente azionaria (secondo le norme vigenti, può andare dal 10% al 90% del portafoglio) – che implica il rischio di perdita in periodi di inflazione e di recessione. Di solito si distingue tra fondi bilanciati prudenti e aggressivi, a seconda del peso dato alla quota di obbligazioni rispetto alla componente azionaria, mentre i fondi bilanciati flessibili sono quelli i cui gestori sono liberi di sovrappesare l’una o l’altra componente a seconda del periodo.
L’ultima frontiera dei fondi bilanciati è costituita dai fondi bilanciati a rischio controllato (in inglese, balanced-risk allocation funds) che sono prodotti realmente interessanti, poiché mirano a abbinare buoni rendimenti con un rigoroso controllo del rischio. Tutte caratteristiche che li rendono adatti a diventare l’unico strumento per gestire praticamente tutti i risparmi di un nucleo familiare che non vuole avere troppe posizioni aperte.
Come si valutano i fondi rientranti in questa categoria? Bisogna tenere presente la performance a tre anni e la volatilità (ovvero l’attitudine alle oscillazione del valore della quota). L’efficienza più alta è ottenuta dalle gestioni basate sulla cosiddetta risk-parity strategy, ovvero sullo sforzo soppesare ogni asset class in modo che ognuna apporti al portafoglio la stessa percentuale di rischio e regga bene in tutti gli scenari possibili. Del resto, si sa che la concentrazione dei rischi nel mondo finanziario è il peggiore dei mali, per questo diversificare è la parola d’ordine.
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