Il Fisco italiano ringrazia il gioco d’azzardo
Di Daniele GrattieriIl Fisco italiano ringrazia il gioco d’azzardo per il grande contributo che slot machine, scommesse e casinò garantiscono ai conti pubblici. L’erario del nostro Paese, infatti, incassa dall’azzardo il doppio di quello che avviene in Gran Bretagna o in Francia, ma addirittura il quadruplo rispetto a ciò che si verifica in Germania o in Spagna. Ciò si traduce in un primato europeo, specialmente se si prende in esame la dimensione dell’economia nazionale, vale a dire mettendo in proporzione il Prodotto Interno Lordo – l’ormai celeberrimo PIL – con il gettito che proviene dal settore dei giochi.
Entrate significative
I dati ufficiali più recenti a disposizione sono quelli relativi al 2016 e sono stati forniti dall’Autorità indipendente dei conti pubblici tramite l’Ufficio parlamentare di Bilancio. Entrando nel dettaglio, il gettito in questo settore arriva a sfiorare i 10 miliardi di euro, una cifra che equivale al 2% del totale delle entrate tributarie, ma soprattutto allo 0.6% delle vincite. Calcolato al netto delle vincite, il gettito globale ha conosciuto tra il 2006 e il 2010 una crescita decisamente consistente, con un aumento di più di 2 miliardi di euro, essendo passato da 6 miliardi e 700 milioni a 8 miliardi e 800 milioni. Il merito deve essere attribuito in modo particolare al comparto dei giochi di nuova generazione, che hanno fatto registrare una media di tassi di crescita di oltre il 17% all’anno. A partire dal 2011 in avanti, in ogni caso, il gettito si è fermato attorno agli 8 miliardi, a dispetto del calo evidente relativo al gettito dei giochi tradizionali. Nel 2016 si è assistito a un vero e proprio picco, su cui hanno influito due fattori principali: da un lato la ripresa della raccolta, dall’altro lato le aliquote di tassazione diverse, revisionate verso l’alto.
Italia al vertice
In relazione agli incassi, insomma, il nostro Paese è al vertice, sia perché la tassazione è piuttosto elevata, sia perché i nostri connazionali mostrano una certa predisposizione nei confronti dei giochi. Tenendo presente il rapporto tra la spesa effettiva di chi gioca e il Prodotto Interno Lordo, si scopre che il nostro Paese nel 2015 era al primo posto in Europa con una percentuale dello 0.8%, davanti alla Gran Bretagna, alla Spagna, alla Francia e alla Germania. Il Regno Unito ci supera unicamente per ciò che riguarda la spesa pro capite effettiva, ma di poco: 362 euro contro 355.
I grandi numeri del settore
Il settore, dunque, ha vissuto negli ultimi anni una straordinaria impennata, confermata dal fatto che la raccolta globale tra il 2000 e il 2016 è quintuplicata: si è passati, secondo le stime più attendibili, dai 20 miliardi del 2000 ai 96 miliardi per 2016, mentre per il 2017 si parla di 102 miliardi. L’offerta delle scommesse – come è evidente – si sta allargando sempre di più, non solo grazie a Internet ma soprattutto perché a partire dal 2006 sono state rese legali le puntate effettuate anche su portali che non hanno sede nel nostro Paese, a condizione che dispongano di una licenza italiana. E non è tutto: gli apparecchi da intrattenimento come le videolotterie sono sempre più diffusi. Le vincite nel 2016 hanno oltrepassato la quota di 77 miliardi di euro: gli altri 19 miliardi (dei 96 che sono stati giocati) sono stati divisi tra il fatturato del settore e le entrate erariali. Queste ultime, in particolare, sono state pari a una decina di miliardi.
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