Fine 2014: perché gli investimenti in obbligazioni non sono totalmente da evitare

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portafoglio investimentiTutti i consulenti del settore finanziario sono abbastanza concordi nel ritenere che gli investimenti obbligazionari non siano più quel buon affare che sono stati negli ultimi anni. Per non perdere il treno occorre rimodulare il proprio mix in portafoglio in chiave azionaria. Qualche dato per confortare queste affermazioni è d’obbligo. Per quanto riguarda i fondi di investimento, da inizio anno gli azionari hanno messo a segno in media un aumento di oltre il 9%, percentuale che supera il +12% se calcolata sugli ultimi 12 mesi. Gli obbligazionari hanno reso all’incirca la metà: il +4,5% negli ultimi 9 mesi e il +5,5% negli ultimi 12. A metà strada – e non a caso – i fondi bilanciati, che mettono a segno un +6,7% da inizio 2014 e un +8,8% nell’ultimo anno solare. Davvero miserrima poi la performance dei fondi monetari, che da inizio anno hanno reso soltanto lo 0,41%.

E’ buona regola non basare mai le proprie scelte per la costruzione del portafoglio sulle performance del passato, ma guardare sempre alle prospettive future. Occorre però capire che quando i titoli di stato (di qualsiasi nazione) non fanno concorrenza alle obbligazioni corporate, il rendimento di queste ultime è destinato a ridursi sempre di più. Al momento è vero che i rendimenti di Bund tedeschi, Btp e Bonos sono ai minimi storici, ma è altrettanto plausibile ritenere che potrebbero tornare a salire in caso di nuove tensioni sui mercati. Al momento l’Eurozona è in fase di disinflazione, ma poiché l’azione della BCE è fermamente orientata a indebolire l’euro, possiamo anche contemplare l’idea che l’inflazione torni a salire rendendo proficuo un investimento in una valuta diversa dall’euro, soprattutto in dollari USA.

Alla luce di tutti questi fatti, è sicuramente opportuno far migrare una ulteriore parte del proprio capitale verso il settore azionario, ma la componente obbligazionaria del portafoglio non è da scartare in toto. L’esperienza suggerisce di dare in questo momento la preferenza a quattro tipi di prodotti finanziari da reddito fisso:
1. obbligazioni in euro (sia corporate che titoli di Stato) a scadenze brevi (massimo 3 anni);
2. ETF di corporate bond con copertura del rischio di tassi;
3. bond del tipo inflation-linked;
4. titoli di stato statunitensi.


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