Currency debasement: capire la svalutazione della moneta
Di Walter A.L’idea di una moneta che perde valore nel tempo non è esattamente nuova, ma currency debasement, o svalutazione della moneta, è un fenomeno che ci interessa oggi più che mai. Con questa pratica, una moneta perde il proprio valore di acquisto per via di decisioni economiche, politiche o per la naturale evoluzione dei mercati. Il processo è spesso strettamente collegato all’inflazione, ma ha sfumature uniche che meritano attenzione.
Cos’è il currency debasement?
Nel linguaggio economico, il currency debasement si verifica quando il potere d’acquisto di una moneta viene ridotto deliberatamente o come conseguenza di determinate politiche. Questo effetto non è solo un gioco di numeri: ha impatti reali sulle persone, dalle tasche dei cittadini ai bilanci aziendali. Storicamente, il debasement avveniva per mezzo della riduzione della quantità di metalli preziosi nelle monete; oggi, è più spesso il risultato di un eccesso di moneta stampata e messa in circolazione dalle banche centrali. Perché tutto questo? Per compensare debiti pubblici, stimolare la crescita economica o rispondere a crisi economiche, ma gli effetti non sempre si fermano alle intenzioni originarie.
Come funziona il debasement oggi
Le banche centrali moderne, come la Federal Reserve negli Stati Uniti o la BCE in Europa, sono dotate di mezzi potenti per controllare l’offerta di moneta e, in una certa misura, per influenzarne il valore. Quando una banca centrale inietta una quantità eccessiva di moneta nel sistema, aumenta l’inflazione e, nel lungo periodo, il valore reale della moneta si erode. Questo tipo di debasement moderno è una conseguenza della politica monetaria espansiva, o “quantitative easing”, che può risultare utile nei periodi di recessione, ma che porta rischi a lungo termine se abusata.
In tempi recenti, si è visto come il quantitative easing abbia contribuito all’erosione del valore delle monete in risposta a crisi globali o nazionali, come quella finanziaria del 2008 o la pandemia da COVID-19. Questo fenomeno è stato particolarmente evidente con l’inflazione che ha colpito diverse economie tra il 2021 e il 2023. Non a caso, molte persone e investitori si sono rifugiati in beni percepiti come “sicuri” o “inflation-proof”, come l’oro e le criptovalute.
Currency debasement e scuola austriaca
La scuola austriaca di economia offre una prospettiva critica sul debasement e sulle politiche di inflazione controllata. A differenza dell’approccio keynesiano, gli austriaci sostengono che una moneta stabile, non manipolata, sia fondamentale per la prosperità economica a lungo termine. Infatti, gli economisti di questa scuola mettono in guardia contro i pericoli dell’inflazione, della svalutazione eccessiva della moneta e degli interventi statali. Secondo la teoria austriaca, il debasement distorce i prezzi e porta a scelte economiche errate. Aumentando la quantità di moneta senza aumentare i beni e i servizi disponibili, si rischia di creare bolle speculative e danni che alla fine gravano sui consumatori.
Un esempio storico che viene spesso citato è quello della Repubblica di Weimar in Germania negli anni ‘20, dove l’iperinflazione e la svalutazione della moneta hanno causato una crisi economica senza precedenti. Gli austriaci credono che questa sia una lezione da non dimenticare e puntano alla necessità di una moneta solida.
Effetti pratici del debasement sul risparmio e sugli investimenti
Per i risparmiatori, il debasement può risultare disastroso. Quando la moneta perde valore, anche i risparmi accumulati perdono potere d’acquisto. I piccoli risparmiatori si ritrovano quindi di fronte a una scelta difficile: rischiare in investimenti volatili come le azioni o le criptovalute, oppure mantenere i loro risparmi in conti che, pur essendo sicuri, perdono valore nel tempo.
Per gli investitori e gli operatori di mercato, invece, il debasement può offrire nuove opportunità, sebbene non prive di rischi. Ad esempio, molti scelgono di investire in asset reali, come immobili o materie prime, che storicamente tendono a mantenere valore o ad apprezzarsi nei periodi di inflazione. Questo spiega anche il recente boom di investimenti nel settore delle criptovalute, viste da alcuni come una difesa contro l’inflazione e la svalutazione.
Come proteggersi dal currency debasement
Per proteggersi dal debasement e dai suoi effetti, una delle soluzioni più diffuse è quella di diversificare gli investimenti. Molti consulenti finanziari raccomandano di destinare una parte del portafoglio a beni rifugio, come oro o titoli di stato indicizzati all’inflazione, in modo da bilanciare eventuali perdite di valore monetario.
Un’altra strategia è quella di guardare alle valute digitali decentralizzate, come Bitcoin, considerate da alcuni economisti come una riserva di valore più affidabile rispetto alla moneta fiat. Anche se le criptovalute sono soggette a una volatilità elevata, il loro approccio deflazionistico le rende interessanti per chi teme il debasement.
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