Crescente successo per gli UCITS III alternativi, fondi speculativi per piccoli investitori
Di NicolettaSono passati quasi due anni da quando spiegammo ai nostri lettori che cosa sono gli UCITS III alternativi. Per sintetizzare, potremmo dire che si tratta di “cloni” degli hedge funds, ma destinati ai piccoli investitori. In altri termini, fondi che replicano le strategie dei grandi fondi hedge (quelli che scommettono sui ribassi e i crolli di un listino azionario o di uno stato sovrano, sperando in guadagni anche quando tutti perdono) ma restano accessibili anche a chi ha limitate disponibilità finanziarie (100 euro, contro i 500.000 euro dei fondi hedge della Borsa Americana).
Ai tempi dicevamo che la richiesta era ancora limitata, ma nello scorso anno le cose sono decisamente cambiate, con una crescita dell’8%, pari a 58,3 miliardi di euro totali. Il numero dei prodotti UCITS III a livello globale è passato nell’ultimo anno da circa 350 a ben 466, con una crescita del 27%.
Nel nostro paese esistono 305 fondi autorizzati alla distribuzione, ben il 50% in più del 2010. Ma che dire dei rendimenti? Nel 2011 in media si è visto un calo del 4,1%. Deludente, ma assai meno grave della scivolata dei fondi azionari, pari al 17,7% (nella media europea, ma in realtà molto maggiore per Piazza Affari).
Per tutta l’Europa si prevede un’ulteriore crescita del 20% in questo segmento, alternativo a quello istituzionale. Ciò che piace agli sottoscrittori è la possibilità di fare uso delle strategie hedge, ma con buone garanzie grazie ai limiti sulla gestione sanciti dalle norme europee. Inoltre, è sempre tranquillizzante sapere che il rimborso è possibile in qualunque momento – mentre per i “veri” fondi hedge occorre aspettare fino a tre mesi.
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