Come comporre un portafoglio di investimenti senza euro
Di NicolettaL’eurozona non è sicuramente un cattivo settore su cui investire, sia che si parli di bond governativi che di azioni e obbligazioni aziendali quotate nelle Borse del Vecchio Continente, anche perché al momento i rischi sistemici sembrano scongiurati. Ma supponiamo di voler fare a meno dell’euro e di volgere lo sguardo ad altre valute. Quali potrebbero essere le scelte più consigliabili per un mix con buoni rendimenti e basso rischio di volatilità? Se le scelte sono oculate, la diversificazione globale può portare anche a tassi di interessi superiori alla media europea perché hanno un potenziale di crescita superiore a quello del nostro continente. Ecco alcune linee guida molto generali.
La quota azionaria più consistente potrebbe essere costituita dai titoli quotati nella Borsa statunitense. Intorno al 20%, tanto per capirci. Un buon 10% potrebbe riversarsi sulla borsa inglese – perché il Regno Unito è in una fase economica di grande ripresa e la banca centrale britannica, indipendente dalla BCE, ha molti margini di manovra. Un altro 10% circa potrebbe essere dedicato ad azioni di aziende canadesi – sappiamo quanto il paese sia ricco in materie prime e come tragga beneficio dalla ripresa economica statunitense. Il resto potrebbe essere suddiviso tra borse emergenti, soprattutto quelli asiatici che, a eccezione del Giappone, sono ancora molto sottostimati.
Per quanto concerne la quota obbligazionaria del portafoglio, il mix dovrebbe essere suddiviso con attenzione tra bond trentennali statunitensi e britannici (che offrono un rendimento intorno al 4%) – sempre che l’investitore possa permettersi un orizzonte di investimento così lungo. E poi, altri titoli governativi di paesi emergenti che possano vantare buoni fondamentali e una prospettiva di crescita: ad esempio, bond a lungo termine messicani, sudafricani, australiani o neozelandesi. Per questi ultimi due, un titolo di stato decennale offre una cedola tra il 3% e il 4%.
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