Chia: la criptovaluta che vuole essere più “verde”
Di Serena BertainaNel 2021 le criptovalute sembrano aver raggiunto un successo completamente inaspettato. Sul mercato si presume se ne trovino più di 5000 in circolazione. In questo contesto si inserisce la cripto oggetto dell’articolo, chiamata Chia. Di recentissima invenzione è già stata denominata criptovaluta “verde” perché si propone agli utenti come eco-friendly.
Chia, a differenza dei Bitcoin, utilizza un sistema di “prova di spazio e tempo”. Nello specifico, per la sua creazione, è necessaria una grande dose di dischi rigidi vuoti per ospitare “trame” poi ricondotte a un certo numero di blocchi in base allo spazio a disposizione. Va dunque controtendenza rispetto ai Bitcoin, e altre criptovalute, che utilizzano il processo chiamato “mining” (estrazione), altamente energivoro.
Il metodo proprio di Chia è ciò che la differenzierebbe dai competitor: più sicuro, affidabile ed eco-sostenibile. Ma i dubbi attorno a questa nuova cripto non mancano. Secondo ultime analisi, in Cina, la coltivazione di Chia ridurrebbe la durata di un disco rigido di 512 GB da un decennio a 40 giorni. Il rischio è che si vengano a creare innumerevoli scarti di materiale elettronico inutilizzabile in seguito alla cancellazione di tutte le garanzie sui dischi rigidi utilizzati. I rifiuti elettronici contengono componenti tossici, come metalli pesanti, piombo e litio, che se smaltiti in modo errato sono un rischio per l’ambiente e la salute umana.
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