Che cos’è l’anticresi?
Di Serena BertainaCon il termine anticresi ci si riferisce al contratto, le cui origini risalgono al diritto romano, che obbliga il debitore o un soggetto terzo a consegnare al creditore un immobile a titolo di garanzia del debito; il creditore ne percepisce le rendite, imputandole agli interessi e quindi al capitale. Una volta soddisfatto il debito, e comunque non oltre dieci anni, il creditore deve riconsegnare il bene.
La durata massima dell’anticresi è dunque fissata dalla legge in un decennio esatto. Se il creditore dovesse rimanere nell’immobile oltre il termine di dieci anni, questa occupazione sarebbe da considerarsi illecita e al debitore sarà dovuto un indennizzo. Se invece prima della fine dei dieci anni il creditore deciderà di volersi liberare dal dovere di conservare e amministrare l’immobile potrà restituirlo in ogni momento al debitore ponendo fine all’anticresi.
Differenza tra anticresi e ipoteca
Diversamente dall’anticresi, l’ipoteca prevede che sia il debitore a detenere il possesso del bene ipotecato e a godere dei suoi eventuali frutti (in altre parole, non richiede che il possesso dell’immobile e la relativa rendita passi al creditore).
La seconda differenza importante è questa: con l’anticresi il creditore può disporre dell’immobile iniziando precocemente a soddisfare il credito, ma non può godere di alcun diritto di preferenza rispetto ad eventuali creditori (nel caso in questi abbiano pignorato, messo all’asta e fatto vendere l’immobile oggetto del contratto di anticresi). Invece, l’ipoteca è una causa di prelazione: il creditore ipotecario gode di una posizione privilegiata rispetto agli altri creditori, che consiste nella possibilità di soddisfarsi con preferenza sul ricavato della vendita del bene sottoposto a garanzia.
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