Che cos’è Basilea 3? Quali i benefici e quali i possibili rischi?

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Con l’espressione abbreviata ‘Basilea 3‘ si intende un insieme di regole per gestire meglio le attività a rischio del sistema bancario elaborato dal Comitato per la supervisione bancaria di Basilea. Le nuove disposizioni, che integreranno e/o modificheranno i criteri già stabiliti nel 1998 (Basilea 1) e nel 2008 (Basilea 2) saranno articolati su alcuni punti, i principali dei quali sono la garanzia di liquidità e i requisiti di capitale degli istituti di credito: in altri termini, le banche dovranno avere un maggior capitale proprio e più soldi in cassa, proporzionalmente ai rischi che assumono.

Il comitato sta ancora discutendo sui numeri e sulle definizioni del capitale. Le posizioni tra i vari paesi sono molto discordanti, con gli USA esercitano le maggiori pressioni per l’aumento dei requisiti di capitale nelle banche, mentre la Germania che tende a ‘frenare’ più di ogni altro paese. Le proposte del Comitato di Basilea saranno comunque presentate al G20 di novembre a Seul. L’applicazione delle nuove norme al momento è prevista a partire dal 2012.

Quali potranno essere i vantaggi di Basilea3? Principalmente quello di evitare nuove gravissime crisi come quella del 2007-2008, grazie a una maggiore fiducia nella solidità del sistema bancario internazionale.

Quali saranno invece i contraccolpi? Il rischio maggiore è quello di un inasprimento del costo del denaro per le imprese e un conseguente effetto di soffocamento dell’economia. Gli istituti di credito dovranno infatti raccogliere capitale ordinario per 700 miliardi nel giro di 5 anni, e così facendo sottrarranno una certa percentuale al credito alle imprese che permetterebbe la crescita dei paesi in cui si trovano.

Secondo l’Institute of International Finance (IIF, ovvero la lobby internazionale dei banchieri) la minore crescita derivante da Basilea 3 è stimabile intorno al 3,1% del PIL di Stati Uniti, Europa e Giappone. Invece, a quanto afferma il Comitato di Basilea e il Financial Stability Board (FSB) per voce del suo presidente Mario Draghi, l’impatto sarebbe più limitato, pari a circa lo 0,2% di PIL per ogni punto percentuale di capitale in più.

Molto dipenderà anche dai parametri che saranno usati nella stesura finale delle regole. L’impatto potrebbe essere almeno in parte attutito da un’applicazione molto graduale delle nuove norme. Secondo gli esperti la durata ideale della transizione per evitare pesanti riflessi negativi sul sistema finanziario e sull’economia mondiale dovrebbe essere di quattro anni.


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