Che cosa sono gli eBTP?
Di Daniele GrattieriCon l’umore degli operatori condizionato dalle difficoltà del sistema bancario spagnolo, questa mattina l’asta del Tesoro di BTP quinquennali e decennali ha visto rendite inferiori al previsto e rendimenti in crescita dello 0,80% (per i BTP quinquennali il rendimento è arrivato al 5,66%). Immediate le reazioni sul mercato secondario dei titoli di stato, che hanno portato a una nuova impennata dello spread a 480 punti base, con un successivo ridimensionamento intorno ai 460.
Queste oscillazioni sarebbero nettamente minori se fossero già diffusi gli eBTP, con i quali si potrebbe coprire almeno la metà dell’importo di un’asta come quella di stamane. Avrebbero un rendimento fra il 3% e il 4%, assai simile a quello dei bond di BEI o EFSF sul mercato secondario.
Gli eBTP sarebbero più stabili perché rifletterebbero il rischio dell’Eurozona nel suo totale medio e non soltanto quello dei singoli paesi più periferici.
Arrivare al varo degli e-BTp non è impossibile, poiché essi sarebbero soltanto la naturale evoluzione dell’integrazione fiscale e politica di Eurolandia e soprattutto servirebbero a mantenere in vita l’euro.
Le versioni possibili per gli eBTP su cui si sta ancora discutendo sono tre:
* Union bond: simili a Treasuries statunitensi – cioè titoli di Stato europei garantiti dall’insieme di tutte le nazioni dell’Eurozona con unione fiscale e politica completa e un budget federale. Per vararli serve però molto tempo: l’adozione di un nuovo Trattato e cambiamenti nelle Costituzioni di ogni paese, nonché spiccata perdita della sovranità nazionale. Le dimensioni delle aste sarebbero di union bond senza limiti, praticamente formate dalla sommatoria dei debiti pubblici dei singoli Stati appartenenti all’area euro – che non siano però assistiti da programmi di aiuti.
* Stability eurobond (anche detti blue bond): sarebbero titoli di Stato europei atti a sostituire i debiti pubblici di ogni Paese fino al 60% del Prodotto Interno Lordo. I loro rendimenti sarebbero una via di mezzo tra quelli dei bond italiani/spagnoli e quelli tedeschi/francesi. Ogni stato dovrebbe finanziare la quota che eccede il 60% del PIL con altri titoli di Stato nazionali (red bond), con rendimenti assai più elevati.
* Bond emessi dallo European Redemption Fund: sarebbero titoli di Stato europei che vanno a coprire il rifinanziamento del debito pubblico per un importo superiore al 60% del PIL, garantiti dalle tasse raccolte in ogni singola nazione e da asset pubblici dei singoli paesi assistiti dallo Europea Redemption Fund, al quale gli Stati dovrebbero rimborsare il fondo nell’arco di 20-25 anni . Quest’ultima ipotesi è la più caldeggiata dalla Germania e la tempistica di attuazione potrebbe essere più breve.
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