Che cosa nasconde il credito al consumo? Tasso zero non significa zero spese!

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Acquistare un mobile o un elettrodomestico per la casa può essere una trappola. Infatti, il tasso zero decantato da tante pubblicità tace sui costi di gestione della pratica e sugli interessi che vengono ricaricati sulle rate.

Lancia l’allarme un’indagine di Altroconsumo: su 284 negozi visitati in 9 importanti città italiane, soltanto 10 sono stati in grado di fornire ai clienti prospetti illustrativi con indicazioni chiare sulle condizioni per la rateizzazione.

Capire esattamente a quali spese si sta andando incontro è estramamente importante, e la differenza può essere cospicua. Un televisore di ultima generazione, con tecnologia LED, 40 pollici full HD è offerto da un punto vendita a 900 euro se pagato in contanti, ma è possibile comprarlo anche in 24 rate a tasso zero. Ma attenzione! C’è da pagare il TAEG (Tasso annuo effettivo globale), che in questo negozio è pari al 6,5%. Dopo 24 mesi avremo dunque sborsato ben 1008 euro. Se si aggiungono anche le spese della pratica per il finanziamento, il conto finale è di 1063 euro: ben 173 euro in più rispetto ai 900 iniziali!

Eppure è tutto legale: ogni tre mesi la Banca d’Italia fissa i tetti massimi per i tassi di interesse da applicare al credito al consumo. Diventa quindi importante per il consumatore confrontare offerte alternative, non fidarsi mai dalle prima offerta trovata e poi prendere nota del TAEG, un indice creato apposta per facilitare la comparazione.

[Vignetta: ADICONSUMLazio.it]


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