Che cos’è la finanza comportamentale?
Di MichelleLa finanza comportamentale (in inglese, behavioral finance) è una importante disciplina che studia il rapporto esistente tra la psicologia cognitiva e le decisioni economico-finanziarie. Uno dei temi principali intorno a cui ruota è quello dell’euristica: le persone non sempre seguono delle analisi razionali, ma sono solite prendere decisioni in base a regole empiriche approssimative, semplificate. Anche i mercati finanziari, che apparentemente dovrebbero muoversi in base a decisioni derivanti da calcoli statistico-matematici, quindi in maniera estremamente razionale ed efficiente, cadono spesso preda dei sentimenti, delle pulsioni prettamente emotive. Ne sono due buoni esempi l’eccesso di entusiasmo intorno all’anno 2000 per i titoli azionari legati a Internet, oppure l’irrazionale fuga degli investitori internazionali dai nostri titoli di Stato erroneamente percepiti come troppo rischiosi.
La finanza comportamentale studia le ragioni in base a cui gli investitori decidono e causano queste violente fluttuazioni di mercato. Semplificando al massimo, possiamo dire che gli individui in ambito finanziario non prendono le decisioni valutando le alternative possibili in base alla propria propensione al rischio, ma ne selezionano alcune in maniera del tutto arbitraria, facendosi influenzare dal contesto o dalla propria esperienza pregressa o quella che è rimasta loro più impressa in memoria. Tecnicamente si parla di processi mentali e decisioni basati sulle “euristiche” o “distorsioni cognitive”, dove i due aggettivi sono il contrario di “razionali” – seguire il link per trovare alcuni esempi di errori comuni tra i risparmiatori.
La cosa interessante è però che, come hanno provato vari studi specialistici, talvolta le “euristiche” portano l’individuo a scegliere meglio di quanto si potrebbe fare mediante modelli ortodossi e complessi. In altri termini, non è sempre detto che “ragionando” si trovi sempre la scelta più opportuna. Ciò non esclude però l’importanza di proseguire in un’educazione degli investitori per renderli sempre più consci sia delle leggi che regolano il mercato, che delle dinamiche comportamentali che talvolta diventano vere e proprie trappole dalle conseguenze incalcolabili.
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