Caduta dei rendimenti obbligazionari dopo il QE: come investire oggi
Di Annamariadi Riccardo Alberti
Come è ormai noto anche ai non addetto ai lavori, la cosiddetta “cura Draghi” prevede un’espansione monetaria da compiersi mediante l’acquisto di obbligazioni governative dell’area euro da parte della Banca Centrale Europea. Tale operazione, aumentando il lato della domanda, ha già fatto e farà scendere ancora di più il tasso di interesse offerto ai risparmiatori che acquistano obbligazioni degli stati membri.
Un fatto non trascurabile per il nostro Paese, poiché da sempre i BTP, ovvero i titoli di stato italiani con scadenza dai 3 ai 30 anni e con pagamento d‘interessi ogni 6 mesi sono uno degli strumenti finanziari preferiti dal risparmiatore italiano. Del resto, il rendimento del Btp decennale italiano era intorno al 6% a fine 2012, ovvero più che ragionevole. Ma la stessa scelta di acquisto oggi è assai poco remunerativa e la situazione non migliorerà nel futuro immediato.
Obbligazioni a rendimenti quasi nulli
L’investimento in obbligazioni governative con un buon rating è considerato come un valore di riferimento. Per dirla in parole molto semplici, se qualcuno vi chiede di prestargli del denaro o di investire con lui sul lungo periodo dovrebbe essere disposto a pagarvi più di quanto è offerto da uno Stato per le sue obbligazioni. Di seguito alcuni rendimenti offerti da stati sovrani europei:
* BTP decennale italiano: 1,30%
* OAT decennale francese: 0,4%
* Bund decennale tedesco: 0,19%
Viste queste percentuali si può facilmente intuire come oggi comprare questi titoli offra margini di guadagno praticamente nulli.
Per la regola menzionata sopra anche le obbligazioni delle aziende offrono rendimenti molto bassi, pochissimo al di sopra di quelli statali, di cui sono i principali concorrenti sul mercato degli investimenti. E la tendenza va verso percentuali ancora più basse visto che l’azione di acquisto della BCE proseguirà per 18 mesi.
Per chi vuole investire, le risorse dovrebbero essere indirizzate verso altre tipologie di titoli che sicuramente offrono rendimenti migliori garantendo un profilo di rischio comunque molto basso.
Cosa comprare invece di obbligazioni corporate e titoli di stato
In questo periodo i consulenti finanziari consigliano di investire acquistando prodotti con ottica di lungo termine. Ad esempio, azioni di società con un buon rating, bassa volatilità e capaci di offrire interessanti dividendi. Ne citiamo alcune italiane, solo a titolo di esempio e senza pretesa di esaustività:
* Generali: dividendo 3,6% – 0,40 euro per azione nel 2014. Valore oggi: 18,20 euro – valore 10 anni fa: 19,20 euro
* Unicredit: dividendo 3,15% – 0,13 euro per azione nel 2014. Valore oggi: 6,20 euro – valore 10 anni fa: 6,10 euro
* Snam: dividendo 5,5% – 0,25 euro per azione nel 2014. Valore oggi: 4,50 euro – valore 10 anni fa: 3,40 euro.
Come si può vedere con un colpo d’occhio, gli utili di queste aziende pagati tramite i dividendi offrono percentuali di rendimento superiori a quelli obbligazionari. Il rischio insito in questi prodotti è sempre quello di una variazione del valore del titolo – il quale però di solito non è così determinante nel lungo periodo.
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