BOT e BTP tornano a essere un’alternativa interessante per gli investimenti
Di NicolettaDopo il boom degli anni ’80 e ’90, BOT e BTP sembravano essere stati quasi totalmente dimenticati dagli investitori. Invece, le aste della scorsa settimana hanno confermato un rinnovato interesse, non solo degli investimenti istituzionali, ma anche dei piccoli risparmiatori.
I rendimenti dei risparmi seguono il tasso di inflazione che mediamente nel 2010 si è attestato all’1,5%, raggiungendo però a fine anno l’1,9%. Questa crescita ha determinato il rialzo dei tassi di interesse dei titoli pubblici, che ora danno rendimenti di circa il 2%, in salita rispetto al passato e soprattutto lievemente superiori al tasso di inflazione italiana. Come dire: oggi forniscono un piccolo rendimento superiore al costo della vita sufficiente a rendere abbastanza soddisfatto il risparmiatore, che nel corso del 2010 ha invece preferito investire i propri soldi in obbligazioni di banche o grandi aziende (con scadenza a 2 o 3 anni) che assicuravano qualcosa in più dei titoli di stato, dei conti correnti e dei libretti postali e offrivano maggior sicurezza rispetto alle azioni.
Ma vediamo quanto rende oggi un investimento (le cifre indicate sono al lordo: per conoscere il rendimento netto bisogna detrarre dagli interessi la ritenuta fiscale del 12,5%):
* I BOT annuali hanno raggiunto nell’ultima asta il 2,067%.
* I BTP a cinque anni rendono il 3,6%.
* I depositi in conto corrente (secondo l’ultima rilevazione dell’ABI) rendono mediamento lo 0.34%.
* I pronti contro termine (PCT) bancari l’1,46%.
* Le obbligazioni in circolazione hanno un rendimento del 2,86%, mentre le ultime emissioni triennali sono salite al 3,34%.
* I buoni fruttiferi ordinari delle Poste, ventennali, rendono l’1,1% se riscattati dopo il primo anno e il 2,76% alla fine dei 20 anni.
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