Bitcoin: una moneta virtuale soggetta a estrema volatilità
Di Daniele GrattieriDel bitcoin abbiamo già parlato più volte. Per riassumere in breve, potremmo dire che si tratta di una valuta digitale non tracciabile generata dal lavoro su una rete decentralizzata P2P. Questa moneta non è stampata da una banca o da una autorità centrale e in questo senso il suo valore non è influenzabile da fattori esterni che non siano le semplici leggi della domanda e dell’offerta.
Il bitcoin è sempre più spesso accettato come denaro per i pagamenti online: ora anche eBay ha comunicato ufficialmente di essere favorevole a una prossima introduzione. Questo endorsement ha portato a una salita delle quotazioni del bitcoin, del resto già iniziata da mesi – basti pensare che a metà 2012 il valore di 1 bitcoin era di 7 dollari, mentre ora si aggira sui 250 dollari. Stiamo parlando di un apprezzamento del 1500%. Ovviamente la speculazione si sta scatenando puntando su quella che sembra la miniera d’oro del momento.
Che cosa pensarne? Il bitcoin è sicuramente interessante come fenomeno di sperimentazione valutaria distaccato dai classici meccanismi che legano moneta e politica mediante le banche centrali – ovvero non soggetto ai rischi della svalutazione. Al momento è difficile pensare che un domani il bitcoin sostituirà i contanti. E ha davvero poco senso investire grosse somme di denaro in un asset almeno dieci volte più volatile dell’oro e infinitamente più difficile da liquidare (in caso si desideri vendere, sarà possibile trovare un acquirente?). Senza contare il fatto che l’anonimato di questa moneta è spesso strettamente legato a fenomeni di illegalità.
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