Anatocismo bancario: un’anomalia bancaria molto diffusa
Di Walter A.Scopriamo il significato e la definizione di una delle anomalie bancarie più diffuse e comuni per le aziende e i risparmiatori: ecco cos’è l’anatocismo bancario.
Dagli interessi sul conto corrente a quelli sul prestito bancario, da quelli commerciali a quelli di dilazione, il concetto di interesse è ormai radicato nella vita quotidiana di ognuno. Il calcolo degli interessi, però, può essere tanto complicato e di difficile comprensione da sfuggirci e portarci a glissare sul controllo sugli interessi applicati. Un errore che ci espone a raggiri e a vederci sottrarre a nostra insaputa cifre rilevanti che non avrebbero dovuto essere versate. Una delle forme più comuni di questo raggiro è proprio l’anatocismo bancario.
Per conoscere a fondo cos’è l’anatocismo bancario, partiamo da una cosa fondamentale: la sua definizione. L’articolo 1283 del Codice Civile sull’anatocismo recita che “in mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi”. Ma che cos’è, allora, l’anatocismo bancario? Con questa pratica ci si riferisce alla capitalizzazione degli interessi dovuti dal cliente alla banca: in poche parole, gli interessi non vengono applicati solamente al capitale dovuto, bensì al capitale più gli interessi maturati sino a quel momento.
Il significato di anatocismo bancario – che si applica agli affidamenti in conto corrente – si lega dunque al calcolo degli interessi sugli interessi maturati: oltre al pagamento del capitale e degli interessi concordati, l’anatocismo bancario costringe il creditore, in maniera subdola, a pagare anche interessi supplementari non dovuti, che vengono calcolati su quelli già computati e già scaduti. Gli interessi si trasformano così in ulteriore capitale da restituire: una pratiche che, può avere un impatto rilevante su aziende e risparmiatori, e che costringe a dover restituire cifre sempre crescenti durante lo stato debitorio.
Con la Legge di Stabilità del 2014 (L. n. 147/2013), che modifica l’articolo 120 del Testo Unico Bancario, è stato reso illegittimo qualsiasi forma di anatocismo. Le somme pagate dai clienti applicando l’anatocismo, dunque, devono essere restituite, con relativi interessi legali. Per verificare l’applicazione di interessi non dovuti da parte degli istituti di credito è fondamentale rivolgersi a dei professionisti specializzati nel recupero degli interessi illegittimi e delle perdite finanziarie.
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