Alti guadagni per gli ETC ‘short’ sul metano
Di NicolettaGli ETC (Exchange Traded Commodities) sono degli strumenti finanziari caratterizzati da un certo rischio poiché investono in materie prime sotto forma di derivati. Diciamo “rischiosi” perché se la banca che li emette non è in grado di onorare il contratto, il loro valore diventa nullo. Per quelli che sono disposti a scommettere, ovvero a rischiare di perdere i loro investimenti, l’investimento più redditizio nell’ultimo anno (marzo 2011-marzo 2012) è stato sicuramente quello degli ETC sul gas, che ha reso fino al 136%, quando ogni altro prodotto ha dato performance spesso molto modeste. Deve però trattarsi di contratti ‘short’, quelli che guadagnano quando vanno “contro il mercato”, ovvero quando il “sottostante” ( la materia prima a cui si riferiscono) si deprezza – cosa che è avvenuta con il metano.
Anche negli anni precedenti questo tipo di ETC aveva reso molto bene, perché il prezzo del metano sta diminuendo da tempo da quando è arrivato lo shale gas, ovvero il metano ricavato dalle rocce sedimentarie, inutilizzato fino a qualche anno fa.
Di questo deprezzamento, tra l’altro, l’Italia sta ancora approfittando poco perché l’Europa si serve ancora di metano proveniente da Russia e Algeria – il cui prezzo è collegato a quello del petrolio ed è quindi tuttora in salita. Se le centrali termiche del nostro paese (che sono quasi interamente alimentate a metano) potessero in un futuro non troppo lontano approvvigionarsi di gas meno caro potrebbero divenire le meno costose del mondo, con un risparmio di 20 miliardi di euro l’anno. In alternativa, per godere di vantaggi, essendo a lungo termine i contratti con Russia e Algeri, bisognerebbe che il calo delle quotazioni di gas diventasse globale oppure che si potesse affiancare ai tradizionali contratti un sistema di vendita “spot”, con acquisto in contanti e consegna immediata, come già esiste negli USA.
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