5 per 1000: una firma che è ossigeno per tante associazioni
Di NicolettaCome da vari anni a questa parte, i contribuenti hanno la possibilità di versare una piccola percentuale delle loro tasse ad associazioni che aiutano il prossimo. Il 5 per 1000 è una sorta di formula magica che trasforma una firma in denaro: in palio c’è un tesoretto che può arrivare fino a 500 milioni di euro e conteso da varie associazioni a colpi di spot televisivi e manifesti con volti di VIP schierati come testimonial, ma anche con il passaparola. A differenza dell’8 per 1000, che va alle istituzioni religiose o allo Stato e al 2 per 1000 che va ai partiti, il 5 per 1000 è destinato ad associazioni di volontariato, ricerca medica o scientifica, tutela dei beni culturali, sport dilettantistico, iniziative sociali del proprio comune e università. Oggi come oggi è uno dei pochi strumenti utili a far quadrare i bilanci di varie associazioni e per renderle più operative. Catturare l’attenzione del contribuente e fidelizzarlo è fondamentale: ogni firma sulla dichiarazione dei redditi può valere dai 15 ai 50 euro.
Tra le scelte degli italiani, al primo posto c’è l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, che l’anno scorso ha ricevuto con più di 1,6 milioni di firme circa 55 milioni di euro. Seguono, ma con molto distacco, Emergency, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Medici senza Frontiere e Unicef. In generale, gli italiani sostengono soprattutto le associazioni che hanno a che fare con sanità e medicina, ma l’offerta è molto più ampia: è sufficiente dare un’occhiata all’elenco delle associazioni sull’Agenzia delle Entrate. Gli enti attualmente ammessi al 5×1000 sono 34.500, numero che include grandi e piccole associazioni che assistono poveri, anziani, disabili. Per tutte l’investimento pubblicitario, online e offline vale assolutamente la pena: i costi sono limitati e le entrate di solito decisamente elevate.
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