Certificati long e certificati short: per chi vuole una speculazione mordi-e-fuggi
Di NicolettaLa differenza essenziale tra i certificates long e i certificates short è che i primi consentono di guadagnare quando la Borsa è in rialzo, i secondi di farlo quando è in ribasso. Per entrambi, la leva fissa 5 fa in modo che il guadagno (ma anche la perdita) si quintuplichino. Ad esempio, se una determinata Borsa in una giornata sale del 2%, chi ha in mano un certificato long guadagna il 10%, mentre chi ne ha comprato uno short perde il 10%. L’esatto contrario avviene se la Borsa scende del 2%, proprio perché i certificati short consentono di sfruttare i ribassi del sottostante.
Come potrete capire, chi azzecca la scommessa può guadagnare tanto, ma chi sbaglia può perdere altrettanto pesantemente – e nel giro di pochissimo tempo. Si tratta di strumenti ad altissimo rischio di cui l’acquirente deve essere pienamente consapevole. Inoltre, si tratta di prodotti da non acquistare per conservarli nel cassetto, bensì da utilizzare per attività di speculazione a brevissima scadenza, anche di alcune ore soltanto. Questo è possibile perché questi certificate possono essere acquistati in qualsiasi momento della giornata borsistica, per volgere a proprio favore l’andamento positivo o negativo del mercato Sedex.
Due concetti importanti e usati nelle piattaforme di trading dei certificates sono i seguenti:
* stop loss: è una soglia stabilita dal compratore per le perdite accettabili, arrivati alla quale occorre disciplinatamente vendere il prodotto, senza farsi tentare da ulteriori speranze di rimbalzo. Un limite ragionevole in periodi di turbolenza finanziaria è il 10%, ma si tratta ovviamente di una scelta altamente soggettiva.
* take profit: è la soglia stabilita a priori dal compratore per una guadagno ritenuto accettabile, superata la quale si impegna a vendere.
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