Mutui tassi fissi e variabili: ecco quali sono le differenze

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Quando si intende richiedere un mutuo per ottenere una grande somma di denaro, una delle domande più frequenti riguarda il tasso di interesse da applicare, che può cambiare notevolmente il costo complessivo del rimborso e le rate mensili da pagare.

La scelta tra le diverse tipologie di tasso di interesse dipende da vari fattori, a partire dalle esigenze del richiedente fino alla tipologia di offerta disponibile nel momento in cui si effettua la richiesta. Molto spesso, si aggiunge anche una variabile esterna che riguarda le competenze finanziarie del richiedente.

I mutui tassi fissi o variabili si riconoscono in un semplice modo: il mutuo a tasso fisso congela il tasso di interesse, mentre il mutuo a tasso variabile può subire delle variazioni in futuro. In questo articolo, però, vedremo nel dettaglio quali sono tutte le differenze dei tassi di interesse e perché è importante conoscerle per effettuare una decisione consapevole e conveniente.

Le principali differenze dei tassi di interesse

Per comprendere bene le due principali categorie di tassi di interesse, è bene conoscere l’esatto significato di un mutuo a tasso variabile e di un mutuo a tasso fisso. La principale differenza riguarda nella metodologia di base applicata per stabilire il valore di un tasso: nel caso di un mutuo a tasso fisso, un istituto bancario per stabilire il tasso di interesse si basa sul valore dell’Euris. Viceversa, per stabilire il valore di un mutuo a tasso variabile è fondamentale analizzare i parametri Euribor e il tasso BCE.

I parametri Euris (Euro Interest Rate Swap) ed Euribor (Euro Interest Bank Offered Rate) sono calcolati quotidianamente sulla base dei comunicati effettuati dalla Federazione Bancaria Europea. Il valore Euris dipende dall’andamento di diversi tassi utilizzati dalle banche per proteggersi finanziariamente da eventuali perdite. Il valore Euribor, invece, rappresenta il tasso medio delle transazioni finanziarie effettuate tra i principali istituti bancari europei.

Effettuando un mutuo a tasso fisso, quindi, il tasso sottoscritto rimane invariato per tutta la durata del mutuo. Ciò significa che l’entità delle singole rate mensili non cambia nel corso del tempo ed è possibile pianificare esattamente la spesa da effettuare fino al rimborso totale del finanziamento.

Nel caso di un mutuo a tasso variabile, invece, resta possibile pianificare la spesa se si è in grado di analizzare periodicamente tutte le variazioni che subisce il tasso in base al valore dell’Euribor mensile. Il costo della rata mensile, quindi può subire delle oscillazioni che possono essere calcolate nel corso del mese.

Infine, c’è una terza tipologia di tasso di interesse: il mutuo a tasso misto. Si tratta di una via di mezzo fra i tassi di interesse precedentemente descritti che si calcola inizialmente con un valore concordato tra banca e cliente e può variare nel tempo. Nel corso della durata di un mutuo, a scadenze prestabilite in fase di contrattazione, il mutuario può cambiare la tipologia di tasso di interesse.

Tasso fisso o variabile: quale conviene di più?

A conclusione di questo articolo possiamo approfondire la domanda più gettonata che si richiede ad un consulente finanziario prima di effettuare un mutuo: quale conviene di più fra tasso fisso e tasso variabile? Non esiste una risposta standard, perché è fondamentale riflettere attentamente sulla somma richiesta, sull’acquisto da fare con il denaro e anche sulla durata totale del mutuo.

Gli indici di mercato sono attualmente allineati, a differenza di dieci o venti anni fa. L’Euribor, ad esempio, oscilla inforno al -0,5%, mentre nel 2011 variava fra l’1,5% ed il 3,5%. Effettuando una rapida traduzione delle percentuali è possibile notare che la differenza di oscillazione degli ultimi anni non applica grandi variazioni della rata mensile di un mutuo o della somma totale di interessi da restituire.

Ad oggi, la scelta di un mutuo a tasso fisso risulta conveniente solo per una questione di pianificazione delle spese e di tranquillità finanziaria, perché si è a conoscenza del costo da rimborsare sia mensilmente che complessivamente.


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