Finanza e investimenti: che cos’è la prociclicità?

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La prociclicità è l’insieme dei meccanismi mediante i quali il sistema finanziario contribuisce ad amplificare le fluttuazioni cicliche, migliorando le fasi espansive ma aggravando quelle recessive. Una certa politica monetaria può dunque definirsi prociclica quando tende ad accentuare le normali fluttuazioni di un ciclo economico, specialmente la fase recessiva. Il contrario di “prociclico” è anticiclico, ovvero caratterizzato da un andamento che tende a variare in direzione opposta agli indicatori del ciclo economico.

La prociclicità è uno dei rischi che corrono stati e istituzioni (come le banche centrali) che prendono iniziative nel campo della politica economica. Poiché gli strumenti di politica economica (soprattutto gli investimenti pubblici e la tassazione) sono in grado di modificare notevolmente l’ampiezza dell’onda del ciclo economico, in teoria bisognerebbe attuare sempre una politica anticiclica in maniera da evitare i rischi legati alla crescita (ad esempio l’inflazione eccessiva e l’aumento della tassazione) e viceversa fare in modo da mitigare gli effetti negativi di una crisi (ad esempio con un incremento degli investimenti pubblici). Ma questo non sempre avviene.

Anche a livello di investimenti privati si può parlare di prociclicità: alcuni algoritmi impiegati in strategie di investimento particolari possono essere prociclici, ovvero tendere a suggerire la vendita degli attivi rischiosi quando scendono di valore e a comprarli invece quando stanno salendo procurando delle perdite al risparmiatore.


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